Tesoreria unica, il Comune dice no

CORTINA
I soldi dei cortinesi restino a Cortina e non vadano a Roma.
Ieri mattina, sulla scia della decisione presa dalla Regione, la giunta ampezzana ha approvato la delibera che autorizza il sindaco Andrea Franceschi a proporre un'azione giudiziaria per mantenere la gestione della tesoreria in capo al Comune, invece che alla tesoreria unica dello Stato. Parallelamente è stata inviata una comunicazione formale alla banca Unicredit, diffidandola dal trasferire le disponibilità liquide del Comune allo Stato.
«Abbiamo agito con tempestività e con forza per tutelare gli interessi del Comune di Cortina», spiega Franceschi, «la norma approvata dal governo Monti infatti, oltre ad essere incostituzionale, ha una chiara natura centralista e non tiene in considerazione le esigenze degli enti locali. Tutto il contrario di quello di cui ci sarebbe bisogno in questa difficile fase storica per gli enti pubblici. Noi crediamo di aver dimostrato più volte di sapere gestire bene i soldi pubblici e in tutte le classifiche sull’efficienza e la virtuosità il nostro Comune è ai primissimi posti se non addirittura al primo posto assoluto. Pertanto non possiamo accettare quella che consideriamo a tutti gli effetti un'ingiusta prevaricazione e ci difenderemo con forza e determinazione in tutte le sedi».
La scelta di Monti che viene contestata è quella contenuta nel decreto liberalizzazioni e che prevede che venga creata una tesoreria unica. La norma infatti obbliga gli enti territoriali ad abbandonare le loro vecchie convenzioni di tesoreria per versare la liquidità nel “conto” unico gestito dallo Stato. In pratica entro 24 ore Regioni, Province e Comuni dovrebbero versare in tesoreria il 50% delle proprie disponibilità, mentre il secondo versamento è in calendario per il 16 aprile. Il governo centrale recupererebbe così un tesoretto pari a circa 8,5 miliardi di euro. Risorse, che servono ad abbattere il fabbisogno statale ma che comunque rimarrebbero nella disponibilità degli enti stessi.
«Ci siamo mossi per tempo», ribadisce Franceschi, «in linea con quanto fatto dal governatore Zaia, con quanto espresso dall'Anci e portato avanti anche da altri sindaci della regione e dell'Italia. Non abbiamo un intento polemico con l'Unicredit, ma abbiamo voluto mettere in chiaro che il contratto stipulato con l'istituto di credito, che è nato dopo una regolare bando, va rispettato. Non possiamo permettere che i soldi di Cortina finiscano a Roma e tornino chissà quando. E' un'azione lesiva sotto tutti i punti di vista alla quale ci opporremo con tutti i mezzi».
Alessandra Segafreddo
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi