Tentato omicidio: assolta una 50enne

AGORDINO. È stata condannata a due anni con pena sospesa una donna accusata inizialmente di tentato omicidio nei confronti del padre. G.D.D, classe 1964 assistita dall’avvocato Domenico Carponi Schittar, in realtà è stata riconosciuta colpevole di maltrattamenti, perché nel corso del processo è emerso che le accuse contro di lei erano in gran parte infondate, soprattutto per quanto riguarda il tentato parricidio.
A carico della donna pesavano imputazioni pesantissime: secondo la denuncia sporta dai suoi genitori, infatti, la donna avrebbe tentato di soffocare il padre infermo con un cuscino nel 2005 e, dal 2011 in poi, avrebbe anche tentato di estorcere denaro con le minacce, oltre ad ingiuriare e a mancare di rispetto ai genitori.
Un racconto vero solo in minima parte. Le testimonianze in aula dei genitori e dei fratelli della donna (il fratello ieri ha rischiato l’accusa di reticenza) hanno ridimensionato di molto l’episodio, nel senso che la donna si limitò a lanciare un cuscino in direzione del padre con un gesto a metà tra lo scherzo e l’irrispettoso, ma certamente non con l’intento di uccidere o di fare male.
Il contesto è quello di una famiglia all’antica, con genitori anziani due figlie femmine e un maschio. L’imputata ha sempre abitato nella casa dei genitori (fino al divieto di dimora imposto dal giudice dopo la denuncia) e la convivenza alla fine è degenerata. A scatenare il malessere della figlia, oltre a un incidente con prolungate complicanze fisiche e alle difficoltà di trovare un lavoro stabile, fu la sensazione di aver subito un torto da parte del padre, che al figlio maschio aveva lasciato l’impresa di famiglia a titolo gratuito, mentre la figlia femmina non era nemmeno stata pagata per il lavoro svolto all’interno di quell’azienda.
Quella che inizialmente era stata denunciata come tentata estorsione, era in realtà la rivendicazione di un diritto che la donna riteneva di avere.
Con l’udienza decisiva di ieri, davanti al collegio giudicante presieduto da Sergio Trentanovi, a latere Antonella Coniglio ed Elisabetta Scolozzi, si è capito che la situazione andava ridimensionata, anche perché i genitori hanno detto di voler ritirare la querela. Tentato omicidio e maltrattamenti tuttavia procedono d’ufficio e quindi il pm Simone Marcon ha chiesto l’assoluzione per il primo e la condanna a due anni per il secondo capo, mentre estinte con il perdono tutte le altre accuse. (i.a.)
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