Telecom lo querela in ritardo e l’utente viene assolto

FELTRE. Tardiva la querela di Telecom. Un feltrino detenuto nel carcere di Vigevano, dove sta scontando un a condanna a sei anni di reclusione per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, è...
FELTRE. Tardiva la querela di Telecom. Un feltrino detenuto nel carcere di Vigevano, dove sta scontando un a condanna a sei anni di reclusione per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, è stato assolto dall’accusa di appropriazione indebita di telefoni cellulari dal giudice Riposati. Il pubblico ministero Gulli aveva chiesto una condanna a quattro mesi di reclusione più 600 euro di multa, ritenendo provata la penale responsabilità dell’imputato, ma ha prevalso l’arringa del difensore Mauro Gasperin, che ha fatto notare come il gestore avesse presentato la querela sette mesi dopo non aver più visto i cellulari e, dunque, chiaramente fuori tempo massimo. Di conseguenza, il suo assistito meritava una sentenza di non doversi procedere, grazie all’estinzione del reato. In alternativa, l’assoluzione perché il fatto non sussiste. Qualche minuto di camera di consiglio, poi Domenico Riposati ne è uscito, sentenziando l’assoluzione.


Secondo la ricostruzione della procura della Repubblica, più o meno sette anni fa, Michele Zancanaro aveva cercato di aprire un’attività alla periferia di Feltre, per la quale era necessario l’utilizzo di diversi telefoni. L’uomo si era fatto dare sei cellulari di fabbricazione americana (quindi più costosi di molti altri), firmando con l’operatore un contratto business. Non è rilevante come andassero gli affari, di sicuro è accusato di non aver pagato un deposito cauzionale di 2 mila euro e bollette per 3 mila. Quando Telecom gli ha domandato i soldi, non c’è stato verso di vederli, in più sarebbero stati trattenuti anche i telefoni. A quel punto, è scattata una denuncia per appropriazione indebita, che ha innescato il processo. I fatti sono ormai un po’ datati e non mancava poi molto alla prescrizione, che avrebbe comunque estinto il reato.


Improvvisamente è emerso che l’imputato è in carcere, dopo un altro processo molto più importante e questo ha imposto il rinvio del procedimento penale, dal momento che non poteva essere presente. Ecco perché si è arrivati all’udienza di ieri mattina, che si è conclusa con l’assoluzione, come richiesto dalla difesa.
(g.s.)


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