Tac e risonanza magnetica: un altro problema in ospedale
AGORDO
Mentre l’Usl tradisce le promesse e i sindaci si dividono sulla concessione del finanziamento per la ristrutturazione del pronto soccorso, le nuove Tac e risonanza magnetica lavorano meno e il personale del pronto soccorso deve sobbarcarsi più viaggi per gli esami specifici a Belluno. Quando il sindaco di Cencenighe, Mauro Soppelsa, invita a tenere presente che, oltre al laboratorio analisi, ci sono altre mancanze all’ospedale di Agordo, forse si riferisce anche alla radiologia che, dalla scorsa primavera, è in sofferenza per la riduzione del numero di medici. Riduzione che, non è difficile intuirlo, si ripercuote anche sull’attività di quel pronto soccorso che si vorrebbe ristrutturare.
La questione RADIOLOGIA
Il nocciolo del problema è presto detto. Due anni fa l’Usl ha acquistato due nuove apparecchiature per l’ospedale di Agordo: una Tac e una risonanza magnetica. Strumenti che hanno lavorato con una certa frequenza fino a maggio-giugno scorsi: la Tac funzionava il lunedì e il mercoledì, e a volte anche il venerdì; la risonanza il lunedì, il mercoledì e il venerdì. Ma soprattutto i macchinari funzionavano anche il pomeriggio, visto che la presenza del medico (indispensabile per esami come la Tac con mezzo di contrasto e l’ecografia) era garantita fino alle 20. In seguito alla riduzione del personale medico, da maggio-giugno le cose sono cambiate. Il medico è in orario solo fino alle 17.30 e questo ha portato a una diminuzione dell’utilizzo della Tac e della risonanza magnetica che nel pomeriggio vengono raramente utilizzate per esami programmati e che praticamente operano soltanto per tre giorni a settimana. Certo, in caso di emergenza sono pronte; ma, per quanto riguarda la Tac con mezzo di contrasto, solo fino alle 17.30. Da quel momento in poi esami urgenti per i quali è necessario quel tipo di Tac (ma per i minori anche quella “bianca”) o l’ecografia non possono più venire effettuati all’ospedale di Agordo, perché manca il medico.
NUOVE “TRASFERTE” A BELLUNO
Per tale motivo, in questi casi il personale del pronto soccorso è costretto a portare il paziente a Belluno per l’effettuazione dell’esame. Deve quindi attendere il referto del medico e ripartire alla volta di Agordo. Il che vuol dire altro tempo inutilmente. Viaggi, questi, che quest’estate sono aumentati, sottraendo personale per le esigenze in loco del pronto soccorso.
NUOVO ARGOMENTO DI DIBATTITO
Forse anche di questo dovranno parlare i sindaci quando si riuniranno per decidere definitivamente, come auspicato da molti di loro, sulla concessione o meno del finanziamento da 2,5 milioni di euro per il pronto soccorso. A patto che si riuniscano davvero. Il presidente del Comitato di distretto, Sisto Da Roit, attaccato dal gruppo di lavoro sulla questione del verbale della riunione del 15 marzo, non intende a questo punto convocare incontri; ma nemmeno il gruppo di lavoro, a dirla tutta, pare intenzionato a farlo dopo che vari colleghi hanno messo in dubbio la sua posizione radicale sulla questione del finanziamento. —
Gianni Santomaso
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