Troppo caldo in ospedale a Belluno, sale la protesta

In questi giorni si sono rilevati fino a 30 gradi nelle stanze delle degenze. Familiari e sindacati chiedono di intervenire: Cisl Fp e Nursing up auspicano soluzioni consone agli ambienti di cura e di lavoro

Paola Dall’anese
Operatori sanitari e infermieri al lavoro nelle corsie dell’ospedale
Operatori sanitari e infermieri al lavoro nelle corsie dell’ospedale

Temperature roventi non solo per le strade. Anche in molte stanze dell’ospedale di Belluno il termometro è in costante salita, tanto da provocare la reazione di pazienti e dipendenti.

Diverse sono le segnalazioni giunte in questi giorni da parte di parenti di degenti che hanno misurato temperature decisamente poco consone a un ambiente ospedaliero e sanitario.

Sabato, ad esempio, «in una stanza del reparto di Medicina, dove sono andato a trovare un parenti c’erano 29 gradi», dicono alcuni cittadini a cui fanno eco dei familiari che segnalano in altri reparti ben 30 gradi. Temperature che creano, come comprensibile, un disagio nei pazienti che sono in ospedale perché non stanno bene». E intanto le ondate di caldo si fanno sempre più frequenti nel corso dell’estate.

Ma a lamentarsi del troppo caldo in reparto non sono solo i pazienti. Anche i dipendenti fanno sentire la loro voce, tanto che Ettore Zingales, segretario della Cisl Fp Belluno Treviso, ha spedito una lettera all’Ulss per chiedere un intervento.

«Fino a 30 gradi in alcuni reparti, con immaginabile disagio per ricoverati e personale in servizio», sottolinea Zingales, che fa sapere di aver inviato la nota anche alla delegazione trattante di parte pubblica, al direttore delle risorse umane, al responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, al medico competente, ai direttori degli ospedali e ai dirigenti delle Professioni Sanitarie Ospedaliere, Territoriali e Tecniche.

«Abbiamo segnalato il problema che purtroppo si ripete ogni anno», prosegue Zingales. «Le temperature rilevate nelle strutture ospedaliere di Feltre e Belluno risultano elevate, spesso al limite della sopportazione, soprattutto nei reparti dove mancano perfino semplici ventilatori, senza contare l’assenza di impianti di condizionamento. Il problema sta causando disagio e sofferenza sia ai pazienti ricoverati sia al personale sanitario».

Cisl Fp chiede alla direzione generale la verifica delle condizioni di adeguatezza degli ambienti di lavoro delle diverse unità operative, dei reparti di degenza e degli uffici amministrativi di tutta l’ Ulss, «in quanto moltissimi sono totalmente sprovvisti di un sistema di climatizzazione e di ventilazione. Il Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro classifica il microclima tra gli agenti di rischio di natura fisica. Di conseguenza, il datore di lavoro è tenuto a valutarne il rischio, individuando e attuando le misure preventive e protettive necessarie a contenerlo e a tutelare la salute dei lavoratori. Una gestione efficace del rischio microclimatico», sottolinea Zingales, «è oggi ancora più urgente alla luce dei cambiamenti climatici in corso, che rendono le condizioni ambientali sempre più variabili e potenzialmente critiche. Stiamo parlando di strutture sanitarie dove il disagio per le elevate temperature di questi giorni coinvolge il personale e i pazienti ricoverati. Per questo chiediamo all’Ulss un intervento urgente per verificare e adeguare gli ambienti di lavoro, così da garantire al personale condizioni operative sicure, nel pieno rispetto della salute e della dignità della persona, e ai pazienti la possibilità di trascorrere la degenza in un ambiente adeguato e confortevole».

Anche dalla Fp Cgil arriva la richiesta di provvedimenti non solo per gli ospedali ma anche negli uffici amministrativi di via Feltre. «Nei reparti di Chirurgia, Otorino, Gastroenterologia, Oculistica non è stato eseguito alcun intervento per garantire il fresco in estate», precisa anche Lorella Vidori del Nursing up, «e così anche per la Medicina, Lungodegenza, Neurologia: in alcune stanze è stato messo un climatizzatore portatile ma per utilizzarlo serve tenere la finestra aperta ,vanificando così l’effetto. Diciamoci la verità, negli anni l’Ulss ha messo in campo delle azioni palliative, ma ci saremmo attesi degli interventi più lungimiranti: ad esempio in questo ultimo biennio, con l’intervento strutturale all’ospedale, si poteva pensare di installare un sistema di raffrescamento, cosa che invece c’è nell’ala F da poco realizzata. Da anni i lavoratori chiedono di avere un ambiente più consono, anche per la conservazione dei farmaci. Non si può sempre parlare di eventi eccezionali e sporadici».

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