Sveglia all’alba ed esercitazioni La caserma riapre per i giovanissimi

feltre
Sveglia alle 6,30 e alle 6,45 tutti a fare ginnastica. E poi via con le corvee di pulizia dei bagni e delle camerate, prima delle lezioni in aula sul sistema di protezione civile, sulla gestione delle emergenze, sul pronto soccorso. In mezzo, momenti di divertimento e di socialità in stile alpino, come le sfide sui canti di montagna, ma anche le uscite in città, i “filò” attorno al fuoco, le escursioni.
Ricorda un po’ la “naja” di una volta il campo scuola dell’Ana che ha preso il via ieri mattina all’ex caserma Zannettelli, ma le divise addosso agli uomini e alle donne che per dieci giorni si muoveranno indaffarati tra la sala delle adunate e le cucine sono quelle dai colori vivaci della protezione civile. E l’obiettivo della quarantina di partecipanti tra 16 e 25 anni da tutto il Triveneto che ieri mattina si sono presentati in caserma è quello di vivere una esperienza formativa diventando cittadini più consapevoli. Imparando a condividere giornate e impegno con gli altri ma anche i rudimenti della protezione civile.
«In questi dieci giorni assieme dovremo imparare l’importanza di lavorare in squadra. Dovremo capire che ognuno di noi ha delle caratteristiche e delle eccellenze e che, combinandole con quelle degli altri, la squadra può diventare forte», ha detto ai ragazzi Giorgio Bottegal, responsabile della protezione civile della sezione Ana Feltre.
I ragazzi e le ragazze sono arrivati alla spicciolata nel corso della mattinata. Molti accompagnati dai genitori, che li hanno affidati alle penne nere per la verifica sanitaria di rito e la consegna della cartellina con regole, orari, programmi e la suddivisione in due compagnie, Caimi e Montiglio, e in plotoni. Altri, come i sette ragazzi provenienti dal Pordenonese, sono stati portati a Feltre direttamente dai volontari della protezione civile dell’Ana Pordenone. Volontari che nei prossimi giorni torneranno alla Zannettelli per dare man forte ai colleghi feltrini nella gestione del campo “Cent’anni in cammino con l’Italia”, organizzato in collaborazione con l’Ana nazionale.
Una volta arrivati e radunati, così, i ragazzi hanno ricevuto le prime istruzioni. La sveglia di buona mattina seguita dall’esercitazione ginnica, dunque, ma anche i compiti da assolvere a turno, come la pulizia dei bagni e la preparazione delle tavolate, e gli orari che scandiscono la giornata: l’alzabandiera, il rapporto giornaliero, la merenda, l’orario di libertà, l’attività serale, e alle 23 tutti in branda.
I volontari dell’Ana hanno ricavato le camerette negli spazi al piano superiore della sede della protezione civile, nell’ex caserma. E la cucina riportata all’efficienza di un tempo verrà testata a fondo, durante questi dieci giorni, per fornire i pasti ai partecipanti al campo.
Non mancano le regole, fissate all’insegna del condividere, del convivere e del cooperare: l’inno va cantato, vanno rispettate le misure anti Covid, va mantenuto il silenzio notturno. Ma non manca nemmeno l’invito a dare il meglio di sé durante questa esperienza, con l’ascolto attivo, l’impegno, la collaborazione e l’aiuto.
E il cellulare, appendice inseparabile di ogni adolescente? Se servirà averlo durante le attività lo diranno i responsabili, altrimenti l’uso personale è possibile solo dalle 20 alle 21. Perché subito dopo inizia l’incontro serale con i cantori del coro Ana Feltre e ci sono da imparare i canti degli alpini.
Canti che costituiranno l’argomento di una delle molte sfide giornaliere e settimanali – dal quizzone di storia alla ginnastica, dal percorso di guerra alla camminata collaborativa – che insegneranno ai ragazzi a cimentarsi con loro stessi e con gli altri ma anche a collaborare e a fare squadra. —
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