Staulin, la casa pericolante sarà spostata

CORTINA. La casa pericolante di Staulin verrà demolita e ricostruita altrove. I proprietari potranno realizzarne altre due, per parità di volume, nella zona di Pecol. Il via libera all’operazione sarà votato oggi pomeriggio in consiglio comunale: il privato, in sostanza, demolirà quello che ormai da diverso tempo è solo un rudere disabitato in una zona peraltro a rischio idrogeologico e andrà a recuperare la volumetria identica costruendo due edifici a Pecol.
«Diamo una risposta concreta ad un'esigenza di privati cittadini», spiega l'assessore all'Edilizia, Stefano Verocai, «che allo stato non possono usufruire di quella che è la loro casa. L'abitazione di Staulin è infatti disabitata da anni perché si trova su un terreno franoso, instabile, ed è pericolosa oltre che pericolante. Dal piano regolatore del 2001 era prevista la demolizione di questo fabbricato e il suo trasferimento nei pressi della stazione della vecchia seggiovia. L'operazione non andò però mai in porto sia perché il sedime dell'ex seggiovia non permetteva che ci stesse il volume dell'edificio, sia perché si sarebbe dovuta demolire la vecchia seggiovia e privare così il Comune di un immobile dove attualmente hanno sede il magazzino del sestiere di Alverà e altre associazioni del paese. I privati recentemente hanno proposto di realizzare l'edificio su un terreno di loro proprietà a Pecol, e hanno presentato il progetto, che suddivide il volume in due abitazioni senza aumentare la volumetria totale stessa. Al Comune, in cambio del permesso di spostare l'edifico, andranno il terreno dove adesso ha sede l'immobile di Staulin e anche le sue pertinenze. I privati dovranno provvedere naturalmente a loro spese a demolire la casa di Staulin e portare via tutto il materiale. A garanzia sarà stipulata una fideiussione: nel caso dovesse rimanere del materiale detritico, interverrebbe il Comune, pagando l'operazione con i soldi garantiti».
Sarà il consiglio comunale a decidere se dare questa opportunità al privato, come è stato deliberato nel marzo 2012 all'unanimità dal consiglio stesso. Ma non dovrebbero esserci ostacoli di nessuna natura.
«Esiste un articolo di legge», spiega Verocai, «che dà mandato al sindaco di dare ordine di spostamento di un edificio pericolante. L'importante è che l'intervento sia migliorativo sia da un punto di vista paesaggistico e sia da un punto di vista della sicurezza. Noi, con la delibera votata nel 2012, abbiamo inserito che sia anche il consiglio comunale, oltre al sindaco, ad esprimersi in merito, per una condivisione totale delle operazioni. Ora portiamo in consiglio la prima delle richieste di demolizione e trasferimento di un immobile che ci è pervenuta», conclude Verocai, «ma ne potrebbero arrivare altre nei prossimi mesi».
Le case inagibili perché costruite su terreni franosi o dissestati in realtà non sono tantissime a Cortina; ma l'opportunità di spostarle potrebbe essere colta da coloro che ne sono proprietari. Questa operazione farà infatti da apripista ad altre. A Lacedel, ad esempio, dove parte l'impianto di risalita (chiuso) dell'omonima pista da sci, c'è una casa, visibilmente storta, che è stata dichiarata inagibile; e la famiglia che vi abitava ha dovuto trasferirsi altrove. A Val di Sotto, nell’agosto del 2008, il rio Gatto straripò, allagando tutta la zona, e un'abitazione che fu sommersa dall'acqua e dal fango è da allora inagibile.
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