Sms minaccioso per non pagare un debito

Un uomo di Sedico è a processo per insolvenza fraudolenta a un mobilificio e tentata violenza privata
SEDICO. Un sms sul telefonino: «Fai il bravo, non farmi muovere amici che non voglio disturbare». Il mittente è Andrea Pagano e il destinatario il legale rappresentante di una ditta di arredamenti di Sedico, che si costituirà parte civile con l’avvocato Mauro Gasperin, in maniera da poter chiedere un risarcimento danni. Pagano è a processo per insolvenza fraudolenta e tentata violenza privata. L’uomo è accusato di aver dissimulato il proprio stato d’insolvenza, maturando un debito di 96 mila 865 euro e qualche centesimo ed essendo nelle condizioni di pagare solo una parte di questi soldi.


Effettivamente 50 mila euro sono arrivati, poi secondo la tesi accusatoria della procura della Repubblica l’uomo ha fatto sapere alla controparte che per completare il pagamento aveva bisogno di chiedere un finanziamento alle banche, una richiesta questa per la quale non si era attivato, dal momento che aveva fornito tutte le garanzie necessarie prima di contrarre il debito. In tutto questo discorso starebbe l’insolvenza fraudolenta attribuita al futuro imputato.


Ma i guai sono aumentati nel momento in cui l’uomo ha inviato un messaggino al creditore con minacce velate e frasi allusive. Sul display del cellulare è comparso un testo preoccupante: «Visto che sei una persona intelligente mi raccomando: fai il bravo, non farmi muovere amici che non voglio disturbare». Un modo per cercare di impedire alla controparte di fare tutte le azioni necessarie a recuperare tutto il suo credito: violenza privata. Un tentativo che, alla fine, non è riuscito per cause indipendenti dalla sua volontà.


I fatti contestati arrivano fino al maggio 2013 e per tutto questo ci sarà inevitabilmente un processo, dopo che sono stati notificati prima l’avviso di fine indagini e poi il decreto di citazione a giudizio. A quel tempo l’imputato era difeso di fiducia dagli avvocati Cilia e Serrangeli: dei due, dovrebbe essere rimasto solo il primo. Non c’è dubbio, invece, sulla costituzione di parte civile.


Gigi Sosso


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