Sicurezza sul lavoro, Belluno più virtuosa: calano gli infortuni e le malattie professionali

Il convegno di Anmil certifica la virtuosità dei bellunesi. Bozzer: «Servono consapevolezza e responsabilità»

Francesco Dal Mas

Nonostante la fibrillazione dei cantieri delle costruzioni, quelli olimpici in particolari, i bellunesi si stanno dimostrando più virtuosi quest’anno nei comportamenti sul lavoro rispetto alla sicurezza. Lo ha certificato l’associazione Anmil, in occasione della 75ª Giornata per le Vittime per gli incidenti sul lavoro, supportata anche dai dati Inail.

A livello nazionale gli infortuni denunciati stanno letteralmente esplodendo: erano stati 380.554 nel 2024, quest’anno, a ieri, risultavano già 384.007. A Belluno, invece, gli infortuni sono stati 1.926 nei primi otto mesi del 2024, nello stesso periodo di quest’anno 1.831, quasi un 4,9% in meno. Purtroppo dobbiamo mettere in conto una vittima, quest’anno come nel 2024.

Dappertutto sono in aumento le malattie professionali. Belluno segna, invece, un’inversione di tendenza: l’anno scorso ne erano state denunciare 122, da gennaio a oggi “solo” 103.

La Giornata degli Invalidi Civili è iniziata alle 9 con la messa in Cattedrale. È proseguita con il corteo accompagnato dalla banda cittadina fino al monumento ai caduti sul lavoro e all’emigrazione bellunese. In Sala Bianchi, quindi, la cerimonia civile con l’intervento del presidente della Provincia, Roberto Padrin, dell’assessore comunale Marco Dal Pont, del prefetto Antonello Roccoberton, del direttore dell’Inail Gabriele Scarpa, del presidente provinciale Amedeo Bozzer e del collega nazionale Anmil Antonio di Bella.

È seguita la consegna dei brevetti e dei distintivi d’onore a cinque Grandi invalidi da parte dell’Inail di Belluno. Infine, la presentazione del calendario “donne oro” e il pranzo sociale in quel di Limana.

«Serve una cultura della sicurezza condivisa da tutti, dai datori di lavoro ma anche dai collaboratori», ha insistito Bozzer, «che devono avere maggiore consapevolezza, più responsabilità. E in questa prospettiva sono certo che su questo, insieme ai sindacati, potremmo portare a casa dei grandi risultati».

«Nelle fabbriche è stata introdotta la nuova tecnologia», ha proseguito, «ma gli infortuni non sono diminuiti, questo significa che c’è bisogno, appunto, di una nuova cultura della sicurezza, della prevenzione in particolare».

Forte e ripetuto il richiamo di Bozzer alla Costituzione, finalizzato anche al dovere del reintegro al lavoro di chi è stato colpito da infortunio. «La Costituzione ricorda che l’iniziativa economica è libera, ma non può svolgersi in modo da arrecare danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità dell'uomo».

Bozzer ha annunciato, tra l’altro, che scatterà presto una iniziativa di sensibilizzazione nelle scuole, attraverso i testimonial, cioè la testimonianza di chi in qualche modo ha subito le conseguenze degli infortuni. «Viviamo in una nazione che conta, solo nelle statistiche ufficiali, un morto sul lavoro ogni 8 ore», ricorda, dal canto suo, il presidente Di Bella. «La giornata», ha proseguito, «appartiene a tutti i lavoratori presenti, futuri e pensionati del Paese e deve portare un grido unanime verso il cambiamento. Verso una presa in carico determinata per porre fine a una strage continua, verso l’investimento immediato per la costruzione di un reale Stato sociale».

Secondo le associazioni di settore e i dati consolidati di Inail e Anmil, il picco di rischio riguarda cantieri, logistica, agricoltura e manutenzioni. Tra le concause più frequenti degli infortuni ci sono le carenze nella formazione, gli appalti a cascata, i turni massacranti, il sottodimensionamento degli organici di prevenzione, la mancata manutenzione dei macchinari e una catena di subfornitura che spesso scarica il rischio sull’ultimo anello.

Che cosa serve, dunque? Anche dall’assemblea di Belluno è stato osservato che sono necessarie anzitutto prevenzione e formazione obbligatorie e di qualità, aggiornamento continuo per datori e lavoratori, addestramento pratico su attrezzature e dispositivi, simulazioni periodiche nei luoghi di lavoro. Ma sono urgenti anche controlli mirati e certezza delle sanzioni, rafforzamento degli organici di ispettorati e servizi Asl, banche dati interoperabili, verifiche su appalti e subappalti con tracciabilità delle responsabilità. E, quanto alle tecnologie, ci vogliono incentivi a sensori, dispositivi indossabili, blocchi automatici. Senza per questo prescindere da una efficace organizzazione dei turni, manutenzioni programmate e valutazioni del rischio aggiornate. —

 

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