Si è ucciso il prof che rubava a scuola

LOZZO DI CADORE. Lo hanno trovato i vicini di casa, ormai privo di vita, nell’androne in comune tra le due abitazioni, a Lozzo di Cadore. Si è conclusa con il più tragico dei gesti la storia del 62enne Angelo Zanella, insegnante di ruolo alla scuola media di San Pietro di Cadore, denunciato pochi giorni fa per furto, dopo che era stato colto in flagrante mentre rubava dalla borsetta di una collaboratrice scolastica.
Una tragedia consumatasi presumibilmente tra le 15 e le 16.45 di ieri, quando approfittando dell’assenza dei vicini di casa, l’uomo ha messo in atto il suo piano disperato, scegliendo appunto lo spazio in comune tra la sua abitazione (dove risiedeva da solo) e quella adiacente per impiccarsi. Sul posto, poco prima delle 17, oltre ai carabinieri sono giunti un’ambulanza del Suem e il medico legale, che non ha potuto far altro che constatare l’avvenuto decesso del 62enne. Drammaticamente chiara la dinamica dell’accaduto, anche se sul posto e nell’abitazione dell’uomo non sono stati rinvenuti messaggi che annunciassero il gesto estremo.
Un dramma che ha subito fatto il giro della località cadorina, del Comelico (dove l’uomo era appunto molto conosciuto per la professione che esercitava) e negli ambienti scolastici bellunesi.
Angelo Zanella, dopo 37 anni di precariato, era entrato in ruolo solo nel 2012, ottenendo un posto all’istituto comprensivo di Santo Stefano, San Pietro e Sappada. Nel 2015 sarebbe andato in pensione.
La tranquilla esistenza del 62enne insegnante era stata sconvolta a inizio settimana, quando era diventata di dominio pubblico la denuncia a suo carico per furto aggravato.
Il professore era infatti stato colto in flagrante mentre frugava nella borsa di una collaboratrice scolastica del proprio istituto, smascherato dall’elettricista impegnato a sistemare il lampadario al piano di sopra e che altri non era che un carabiniere sotto copertura. Angelo Zanella era stato poi fermato da altri militari dell’Arma appostati poco lontano, sempre all’interno dell’edificio scolastico, che gli avevano trovato ancora in tasca i 35 euro appena rubati alla collega. Inevitabile, a quel punto, era scattata la denuncia. Nei suoi confronti era stato avviato anche un procedimento disciplinare da parte dell’ufficio scolastico provinciale, ma il 62enne professore anche giovedì mattina si era regolarmente presentato a scuola, sulla sua cattedra.
A far muovere i carabinieri, alla fine di ottobre, era stata la collaboratrice scolastica, che aveva denunciato una serie di furti di denaro subìti mentre era impegnata nelle proprie mansioni scolastiche.
Una storia che, a suo dire, andava avanti già da tempo. Nel fare acquisti all’uscita dalla scuola, infatti, più volte la donna aveva avuto la sensazione che nel proprio borsello dovesse esserci più denaro di quanto realmente se ne ritrovava. Non grandi ammanchi, il borsello non veniva mai svuotato del tutto, tanto che l’allora ignara vittima aveva pensato a una sua semplice distrazione. Ma il ripetersi della storia aveva convinto la collaboratrice a confrontarsi con la propria direttrice e affidarsi ai carabinieri.
Gli accertamenti investigativi eseguiti dai militari dell’Arma di Santo Stefano di Cadore avevano presto permesso di convogliare i sospetti sul 62enne professore. Da lì la decisione di mettere in piedi un’attività di sorveglianza discreta all’interno dell’istituto, sfruttando le abilità da elettricista di uno dei militari che, con cassetta degli attrezzi e tuta da lavoro, si era facilmente mimetizzato all’interno dell’ambiente scolastico.
Una vicenda che, a detta di colleghi e conoscenti, aveva gettato nello sconforto il 62enne insegnante, incrinando la serenità di una persona conosciuta nell’ambiente scolastico soprattutto per la sua riservatezza. (ma.ce.)
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