Sequestrata l’area dell’Ecorav in cui è avvenuta l’esplosione, campionate le taniche
La magistratura indaga sul grave infortunio sul lavoro avvenuto ieri. Le analisi dovranno accertare il contenuto dei bidoni da 25 litri

La procura ha disposto il sequestro dell’area dell’impianto Ecorav interessato dal grave infortunio sul lavoro. Il sostituto procuratore Alberto Primavera ha posto i sigilli per permettere ulteriori accertamenti: l’inchiesta è stata dunque aperta sull’infortunio sul lavoro di ieri. Quella linea teatro dell’esplosione viene utilizzata per il trattamento solventi e scarti di lavorazione: dalle prime informazioni, si dovevano eliminare taniche da 25 litri di acqua ossigenata scaduta che una ditta esterna aveva consegnato a Ecorav perchè le smaltisse.
Il procedimento prevede che il contenuto delle stesse venga aspirato da una pompa e inviato al primo serbatoio: quando è stata aspirata l’ultima tanica, il filtro separatore è esploso, il coperchio è saltato per aria ed è stato proiettato all’esterno dell’impianto produttivo, finendo in quello adiacente.
Sul posto i tecnici dello Spisal sono rimasti fino a ieri sera, come quelli di Arpav che hanno effettuato tutta una serie di campionamenti sul liquido delle taniche “incriminate”: campioni che sono finiti in laboratorio per le analisi. Era tutta acqua ossigenata scaduta quella contenuta nelle taniche oppure quell’ultima da trattare aveva un contenuto diverso che ha scatenato una reazione chimica? Tutto da scoprire, come effettivamente bisognerà capire se il filtro non si sia davvero intasato. Un ulteriore passaggio da comprendere è se quella reazione chimica non abbia innescato una fiammata che ha investito l’operaio.
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