Sentiero interrotto per il Settimo alpini, ci pensa il Comune

BELLUNO. Le risorse ci sono. Si tratta ora di definire le modalità operative e il sentiero che porta al rifugio Settimo Alpini potrà essere riaperto. La buona notizia è arrivata ieri: il Comune di Belluno stanzierà l’importo necessario per eseguire gli interventi. «È stata fatta un’operazione a livello di bilancio, spostando alcune fonti di finanziamento e senza togliere risorse ad altri lavori», spiega il vice sindaco, Lucia Olivotto.
«Per il ripristino del sentiero che da Case Bortot arriva al Settimo abbiamo messo 35 mila euro». Il tracciato 501 è reso impraticabile da una frana caduta nelle scorse settimane e che ha coinvolto anche il sentiero 506, quello che porta a Forcella Monpiana. Per la sistemazione di quest’ultimo interverrà la sezione di Belluno del Cai. Ma per il 501 la situazione è più complessa. Tanto che negli ultimi dieci giorni gli incontri si sono moltiplicati.
Seduti attorno a un tavolo per trovare una soluzione Cai Belluno, Unione Montana Bellunese, Comune, Soccorso alpino, Comitato usi civici di Bolzano Bellunese e Vezzano. Risolto il problema risorse, ora se ne deve affrontare un altro: mettere in sicurezza l’area e garantire che gli interventi di ripristino - dall’asportazione dei detriti alla sistemazione di sentiero e muri di sostegno - possano svolgersi senza alcun rischio. A questo scopo si terrà in questi giorni un sopralluogo.
«Le rocce hanno abbattuto degli alberi, appena dopo l’area del Bus del Buson. Il sentiero è distrutto e impraticabile», ricorda Sergio Chiappin, presidente della sezione di Belluno del Cai, proprietaria del rifugio che sorge in località Pilon, ai piedi delle pendici sud del Monte Schiara. «L’operazione più delicata sarà quella del disgaggio. Dopo il sopralluogo si stabilirà come procedere. L’obiettivo è iniziare con i lavori il prima possibile, in modo che il sentiero sia percorribile con l’arrivo della stagione estiva».
«Il Comune darà l’incarico all’Unione Montana, che si occuperà della parte più consistente dei lavori», aggiunge la Olivotto. «Le maestranze dell’ente dovranno però avvalersi di personale specializzato per i disgaggi».
L’ipotesi più probabile è quella di coinvolgere il Soccorso Alpino. Se tutto andrà come si spera, il sentiero potrà riaprire a fine giugno. Intanto chi volesse raggiungere il Settimo, e utilizzare anche la teleferica, può contare su un percorso alternativo: la strada delle gallerie, partendo dal Col di Roanza. Un percorso che è stato sistemato nei giorni scorsi dall’Unione Montana, che è intervenuta con le risorse che derivano dalla gestione del patrimonio silvo-pastorale.
«Garantire un’alternativa in queste settimane è fondamentale», mette in risalto Chiappin, «in quanto il Settimo è la tappa finale dell’Alta Via n.1 e diventa anche punto di ristoro per molti escursionisti che fanno il viaggio Monaco-Venezia a piedi».
«Per quanto riguarda il sentiero 501, ringraziamo il Comune e l’assessore Olivotto per sensibilità e impegno dimostrati», continua, «così come diciamo grazie a tutti coloro che si stanno mobilitando. Anche il Comitato usi civici metterà alcune risorse. Il turismo di alta montagna presenta già delle difficoltà e non possiamo permetterci che i visitatori si spostino in altre zone». La Olivotto tiene a evidenziare l’operato del consigliere comunale Massimo De Pellegrin: «In queste settimane ha partecipato a tutte le riunioni e “tenuto le fila”».
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