Senfter junior crede nel Comelico «Faremo emergere le grandi potenzialità»

l’intervista
comelico
La missione è impegnativa, ma niente spaventa chi all’età di 25 anni, nel 1996, decise di partire per la Cina alla conquista di un nuovo mercato per i prodotti tipici della casa madre. Helmuth Senfter, classe 1971, è il vicepresidente della Senfter Holding Spa, che amministra il patrimonio derivante anche dalla dismissione delle attività legate ai salumifici, ceduti alla Unibon di Modena, già socia paritaria nella Grandi Salumifici Italiani. A lui il padre Franz, l’imprenditore che ha reso famoso nel mondo lo speck, ha affidato la consegna di seguire gli investimenti di questo ingente patrimonio.
«Sì, io mi occupo dell’attività di investimento, dell’analisi delle varie opportunità e della due diligence (verifica dei conti, ndr) da sottoporre al Cda della holding, dopo il realizzo da parte di mio padre dei 50 anni di attività, con la chiusura della parte industriale del salumificio, leader in Italia con 13 stabilimenti. Lui ha deciso di ritirarsi al compimento dei 75 anni, di monetizzare. Una scelta intelligente: alle nuove generazioni, infatti, lascia un’eredità monetaria da investire diversificando, anziché un’azienda da gestire, che per certi versi potrebbe essere anche un peso o un rischio, con la grande variazione degli scenari globali».
Lo sci e il Comelico. Helmut Senfter ama lo skateboard, il golf e lo snowboard.
«Ma recentemente ho ripreso anche a sciare ed a migliorare la mia tecnica».
Crede nello sviluppo di Padola e del Comelico?
«Sì molto, e per varie ragioni: anzitutto i luoghi sono molto belli, c’è una forte volontà di collaborazione e poi si tratta di una zona di lingua ladina, come Cortina, Saint Moritz, Ortisei, Corvara, la Val Badia, la Val Gardena. Tutte località dove il turismo ha avuto un grande sviluppo. La matrice, dunque, è la stessa e lo stesso può essere il risultato. Dobbiamo lavorare tutti insieme per far emergere il potenziale ancora inespresso in quella bella Val Comelico».
Ha interessi diretti nella Drei Zinnen Dolomites, la società che gestisce gli impianti di risalita della Pusteria e di Padola in Comelico?
«No, personalmente non sono socio, ma ovviamente seguo da vicino le vicende della società nata da un’intuizione di mio padre, che prima ha creato il comprensorio del Monte Elmo nel 1971 e poi ha saputo aggregare le altre società della Alta Val Pusteria e acquisire gli impianti di Comelico, con un prossimo sviluppo verso l’Austria, a Sillian. Il Giro delle Cime che ne è nato diventerà una delle maggiori attrazioni sciistiche delle Dolomiti».
State pensando a investire nell’alberghiero a Padola?
«No, non direttamente. Ma se qualcuno pensa di poter costruire, come credo, noi siamo interessati a valutare l’opportunità, nell’ambito della diversificazione prevista dalla nostra holding».
Pusteria, Comelico e ora la Cina.
«Sì, adesso l’altro settore di mia competenza è proprio quello delle attività in Cina, che abbiamo sviluppato da pionieri a partire dal 1995. Se mio padre ha avuto il ruolo insostituibile di fondatore del business in Italia, io ho fondato il business in Cina, dove attualmente abbiamo 107 dipendenti ed un fatturato di 8 milioni di euro (200 complessivamente nei 22 anni di nostra presenza là). Nel 1995 partimmo con una joint venture con lo Stato».
Perché proprio la Cina?
«Era un investimento interessante; e poi i cinesi nascono con uno spirito imprenditoriale, a lungo represso dal regime comunista che però, in quegli anni, aveva deciso di garantire alla propria popolazione un’alimentazione, fino ad allora molto vegetariana per ragioni economiche, più ricca di proteine animali».
E ora?
«Il prossimo passo sarà quello di spostare lo stabilimento di Shangai, perché una volta era in periferia, ma adesso la città si è ingrandita molto e siamo quasi in centro. Così sfrutteremo gli incentivi e faremo uno stabilimento di 15.000 mq contro gli attuali 4.000». —
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