Sei mesi per l’allacciamento al metano

FELTRE. Dall'hotel lasciato al gelo la vigilia di Natale al professionista che ha acquistato casa ma che per mancanza del gas è costretto a dormire in un locale attiguo il suo studio, passando per le inconcludenti telefonate al numero verde cui tutti devono sottostare nella speranza di avere l'allacciamento al metano. Italgas pare dia il meglio quanto ad attese, ma anche Enel e Bim Gsp quanto si tratta di sbrigare pratiche per nuove utenze non brillano per rapidità. Ne sono convinti il direttore dell'Appia di Feltre, Dino Cossalter, e Gabriele Grisot che della stessa Appia è presidente provinciale del settore edile, oltre a essere titolare di un'impresa edile. La loro lamentela parte da un caso che si è aperto il 27 agosto dello scorso anno e non ancora risolto dopo cinque mesi abbondanti.
«Un cliente al quale ho venduto un appartamento in una lottizzazione a Foen», dice Grisot, «si trova in una situazione paradossale: è proprietario di un alloggio che a tutt'oggi non può abitare perché manca l'allacciamento al gas metano e dunque non ha nemmeno ottenuto la residenza del Comune di Feltre. Attualmente è costretto ad appoggiarsi su un miniappartamento attiguo al suo studio professionale, ma è una situazione ridicola, che dimostra come chi dovrebbe garantire un servizio indispensabile al cittadino non sia in grado di soddisfare gli utenti».
Un'odissea lunga più di cinque mesi. «Ho incaricato la mia impiegata di prendere contatti con Italgas per eseguire le pratiche dell'allacciamento», dice ancora Gabriele Grisot, «facilitate dal fatto che le opere di urbanizzazione già servono una casa nelle immediate vicinanze. Ci sono volute diverse telefonate perché un mese dopo, il 25 settembre, si presentasse il tecnico Italgas che ha verificato le opere da eseguire. Il 18 dicembre il mio cliente ha ottenuto l'abitabilità e ha fatto richiesta di residenza al Comune di Feltre. Ovviamente con questo freddo e senza riscaldamento, il mio cliente non era a casa quando la polizia locale si è recata a fare le verifiche ed è stato pure rimproverato, quasi che la colpa fosse sua. Infine il 22 gennaio Italgas è stata sul posto a preparare le opere per l'allacciamento senza nemmeno avvertire. In ogni caso,a oggi, l'allacciamento non è ancora operativo. Non so quanto ci vorrà ancora. Mi auguro che Enel e Bim Gsp siano più tempestivi, ma le prime avvisaglie non sono proprio rassicuranti».
Dino Cossalter racconta il caso di un hotel della città, rimasto al gelo la vigilia di Natale: «Bisogna dire che le aziende fornitrici sono lente nel disbrigo delle pratiche, quanto velocissime quando si tratta di bloccare un'utenza. Nel caso specifico, l'hotel si è trovato al freddo il 24 dicembre. Il titolare, nostro associato, mi ha chiamato nel panico perché aveva parecchi clienti e non riusciva a capire cosa fosse accaduto. È stato costretto a fare eseguire in emergenza e a proprie spese una deviazione da un'altra sua utenza del gas per riscaldare l'albergo, poi è cominciata la caccia alla causa. Ebbene, il rifornimento di metano era stato tagliato dall'azienda perché c'era una bolletta che non risultava pagata alcuni anni prima dal precedente proprietario».
Il recente caso del supermercato Kanguro, costretto a posticipare il proprio debutto, sempre a causa della lentezza nell'ottenere l'allacciamento alla rete del metano, sembra dunque la normalità. E l’utente privato è quello che soffre di più: «Questa moda di affidare tutto ai call center è una pratica deleteria», aggiunge il presidente dell'Appia feltrina, «e a questo si aggiunge la centralizzazione del terziario a Belluno. Questo tipo di servizi dovrebbero, almeno in parte, essere decentrati su Feltre che invece ha un ruolo sempre più marginale. Alla fine tutto diventa complicato. Infine c'è la sensazione che queste aziende abbiano difficoltà a trovare le imprese che lavorano sul territorio. Alla fine chi ci rimette è sempre l'utente finale».©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi