Scuola, i vecchi plessi recuperati per settembre

La proposta del segretario della Flc Cgil, Lorenzo Rispoli «Si eviterebbero gli assembramenti». Lunedì c’è lo sciopero

Paola Dall’Anese / belluno

Riaprire i vecchi plessi che erano stati chiusi per carenza di studenti e utilizzarli per garantire il rispetto del distanziamento sociale tra studenti.

È questa una delle proposte che il segretario della Flc Cgil, Lorenzo Rispoli fa al territorio e in particolar modo ai sindaci per far riprendere le attività scolastiche a settembre.

«La situazione è grave in vista della riapertura delle scuole», dice Rispoli, «ancora non sappiamo nulla di cosa succederà a settembre, visto che dall’inizio di questa pandemia le indicazioni che sono arrivate dal ministero dell’Istruzione sono sempre state tardive e non certo incisive. Anzi».

Per il sindacalista sarebbe improponibile attivare nuovamente la didattica a distanza per tutti, come è capitato durante l’emergenza. «Per le scuole dell’infanzia e le elementari non è possibile attuare questi strumenti, perché gli alunni sono troppo piccoli. Certo anche per le medie i risultati non sono stati chissà che positivi. Qualcosa in più si è ottenuto alle superiori, ma quello che è mancato e che è invece parte integrante della scuola è la relazione interpersonale tra studenti, con l’insegnante».

E quindi per evitare problemi di assembramento, Rispoli pensa che si potrebbero utilizzare i vecchi edifici scolastici che sono stati abbandonati nel tempo per carenza di studenti.

«Sarebbe una idea, anche se resta da capire come si potrà organizzare il personale non solo di supporto come i bidelli che dovranno tenere aperti i plessi, ma anche gli stessi docenti: di certo non possono fare scuola contemporaneamente in due sedi».

Sono tanti i nodi della scuola che restano aperti e proprio per chiedere maggiore chiarezza lunedì è stato indetto da Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Rua, Snals Confsal, Gilda e Unam uno sciopero di tutto il personale scolastico, docenti, personale educativo, amministrativo e dirigenti scolastici.

«Motivo di questa protesta è proprio la necessità di capire quali strumenti il Ministero metterà in atto per garantire la sicurezza del rientro in classe a settembre, cosa su cui ancora non si sa nulla. Senza considerare che nel frattempo ci sarà l’esecuzione del concorso e le tantissime procedure che dovranno essere eseguite in tempi brevi. Insomma, si sta brancolando nel buio», dice Rispoli che continua precisando che «questo sciopero certo non porterà gente in piazza visto che non è possibile l’assembramento, ma ci muoveremo come sigle sindacali per chiedere un incontro al Prefetto di Belluno in quanto rappresentante del governo sul territorio».

«Al prefetto faremo presente il disagio in cui si trova la scuola bellunese in particolar modo e chiederemo che dal ministero arrivi presto una risposta». —

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