SCS, è il momento di chiudere i conti

Valle. Venerdì l'assemblea, con il via libera al bilancio del 2010 e l'approvazione del regolamento per il ristorno ai soci-dipendenti
Claudio Agnoli
Claudio Agnoli
 
VALLE.
Venerdì alle 16, nella sala consiliare del municipio di Valle, sarà presentato il bilancio sociale 2010 della Società Cooperativa Sociale (SCS). In quella stessa occasione, l'assemblea dei soci dovrà pronunciarsi su alcuni altri punti messi all'ordine del giorno dal consiglio di amministrazione, come l'approvazione di una nota integrativa al bilancio chiuso il 31 dicembre 2010 e l'approvazione del regolamento per il ristorno ai soci, che sono anche dipendenti della cooperativa.  «Il bilancio sociale», scrive il presidente della SCS, Claudio Agnoli, «è inteso come forma partecipativa di tutti i portatori di interesse e quindi per la Cooperativa riveste una grande importanza. Per questo siamo convinti che la pubblicazione della data della convocazione dell'assemblea sia importante per poter far confluire alla riunione il maggior numero di soci possibile. La SCS Cadore», aggiunge Agnoli, «non vuole infatti avere solo un ruolo di impresa che fornisce servizi ma anche essere una realtà capace di coinvolgere nella sua compagine sociale le espressioni del territorio sul quale opera, promuovendo una proficua collaborazione tra le strutture di volontariato, la Cooperativa stessa e le istituzioni locali. Tra le peculiarità della SCS possiamo porre una gestione democratica e partecipata, che vede al centro di tutte le attività i soci con condizioni paritarie; l'adesione, che deve essere volontaria e senza discriminazioni sessuale, sociale, razziale, politica e religiosa. Per poter mantenere questa etica», prosegue Agnoli, «sono indispensabili una completa trasparenza gestionale ed un forte impegno verso la collettività, presupposti anche per una completa autonomia di gestione, che nel nostro caso è saldamente ancorata nelle mani dei soci. Inoltre l'indipendenza verso la pubblica autorità, grazie alla creazione di reti sociali in grado di contrastare l'esclusione e la emarginazione. Tutto ciò», conclude Agnoli, «per operare affinchè crescano le possibilità di occupazione, la crescita umana e culturale dei soci, contrastando ogni forma di abuso nei confronti dei soggetti socialmente e fisicamente deboli». (v.d.)

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