Sci Club preoccupati: «Il Colle è la palestra delle nostre promesse»

Belluno, il Nevegal rappresenta da sempre un’ottima palestra per chi vuole muovere i “primi passi” sulla neve 

BELLUNO. Il Nevegal rappresenta da sempre un’ottima palestra per chi vuole muovere i “primi passi” sulla neve. Lo sanno bene le scuole di sci, specie quelle della parte bassa della provincia. Ma chiudere gli impianti sul Colle avrebbe ricadute ben più vaste. «Ogni anno un centinaio di bambini vengono con noi in Nevegàl per imparare a sciare», sottolinea Florindo Zanon, presidente dello Sci Club Limana. «Siamo preoccupati, se l’Alpe non aprirà gli impianti avremmo non solo un danno economico (abbiamo già investito 7 mila euro per le nuove divise), ma soprattutto sociale. Facciamo tutto volontariamente, come possiamo assumerci la responsabilità di portare bambini piccoli fino ad Alleghe o in Zoldo? Tanto più che sarebbero gli stessi genitori ad avere qualche perplessità. Non dimentichiamo poi che chiudere il Colle significherebbe perdere più del 30% di tesserati: chi impara a sciare, e poi continua a praticare lo sport, utilizza come palestra proprio il Nevegàl». Zanon arriva a fare una dichiarazione ancor più forte: «Non aprire gli impianti vorrebbe dire far chiudere anche gli Sci Club della Valbelluna».

Non è diversa la posizione di Oliseo Salvagno, alla guida dello Sci Club di Ponte nelle Alpi, che parla di «un vero e proprio disastro». «Impossibile portare i più piccoli ad Alleghe o in Zoldo», afferma, «ancora non crediamo alle ultime notizie diffuse». Salvagno allarga la sua riflessione, mettendo in evidenza che «non basta non chiudere il prossimo inverno, bisogna fare investimenti strutturali, altrimenti nel 2019 saremo punto e a capo. Detto questo, l’assenza delle istituzioni è preoccupante».

«Un capro espiatorio bisogna trovarlo, ma la verità sta nel mezzo», sostiene Luigi Umberto Sommavilla, consigliere dello Slalom Ski. «L’Alpe doveva mettere in piedi un piano industriale e non correre al ricatto. D’altro canto, il Comune è latitante e poco attento. L’ipotesi di chiusura ci preoccupa, e non poco». E preoccupa non solo a livello provinciale. Le recenti notizie si sono diffuse anche nelle altre province del Veneto e ieri Alessandro Molin, direttore della scuola in Nevegàl, è stato bombardato dalle telefonate. Una di queste è arrivata da Cristian Moretti, responsabile degli impianti della Alleghe Funivie. «Chi non inizia a sciare in un’area accessibile come il Colle non inizia proprio», avverte. «Tanti di coloro che arrivano da noi sono passati prima per il Nevegàl. Se questo chiude, ci sarà una perdita anche per noi». —

M.R..

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