Santa Giustina, i rapinatori della sala slot fuggiti in motorino

Per la sicurezza e la determinazione dimostrate a Santa Giustina, i carabinieri ritengono che si tratti di professionisti

SANTA GIUSTINA. Un motorino cinquanta di cilindrata rubato poche ore prima nei dintorni e poi utilizzato dai due rapinatori per raggiungere la sala giochi Paloma, compiere la rapina a mano armata e poi scappare. Il mezzo è stato sequestrato, mentre i carabinieri si stanno spendendo in tutte le maniere per prendere i due responsabili che alle 3,30 di mercoledì sono entrati in azione nella sala slot di viale della Stazione. Il bottino è ingente, si parla di almeno dieci, dodicimila euro anche se il conteggi precisi sono ancora in corso. Di sicuro chi è entrato in azione sapeva il fatto suo, dimostrando sicurezza e determinazione: entrambi con le armi in pugno i rapinatori hanno spaventato e minacciato un addetto della sala e un cliente, si sono fatti consegnare il denaro e poi sono riusciti a fare perdere le proprie tracce.

I carabinieri di Feltre sono impegnati praticamente a pieno organico nelle indagini e lavorano sugli elementi che hanno a disposizione. L’impianto di videosorveglianza della sala ha permesso di verificare tempi e modalità della rapina, ma poco si sa del dopo, a parte il fatto che i rapinatori hanno abbandonato il motorino nelle vicinanze del cimitero dove evidentemente c’era un’auto ad aspettarli, forse con un complice, o forse no.

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Le persone presenti nella sala slot in quei frenetici momenti sono state sentite nell’immediatezza dei fatti e poi anche il giorno successivo. Quello che sapevano lo hanno riferito ai militari che ora stanno cercando dimettere insieme altre parti del mosaico. Un altro aspetto al vaglio è se le armi utilizzate fossero vere oppure no. Per adesso nemmeno le immagini delle telecamere a circuito chiuso sono state sufficienti per risolvere il dilemma.

Le modalità operative dei due sembrano far pensare a gente esperta, già protagonista di colpi analoghi. Ecco perché i carabinieri stanno guardando anche alle province limitrofe per verificare se in tempi recenti si sono verificate rapine eseguite più o meno con lo stesso sistema. Per il resto le indagini proseguono nel più stretto riserbo.

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