«Parrocchie unite, avanti tutta». Ecco la mappa delle nuove collaborazioni pastorali
Monsignor Marangoni vuole codificare il percorso fatto finora e convoca assemblee nelle 158 parrocchie della Diocesi di Belluno Feltre. Saranno 29 le collaborazioni: «Non si torna indietro». L’11 novembre la riunione diocesana

La Chiesa ha 2000 anni, ma le riforme hanno tempi rapidissimi, senz’altro più veloci di quelle delle istituzioni civili. Il vescovo monsignor Renato Marangoni ha infatti convocato, con una lunga lettera, le assemblee in tutte le 158 parrocchie per fare il punto sulle “Collaborazioni Pastorali”, che riuniscono più comunità. In tutto sono 29.
Marangoni, dopo tre anni di sperimentazione, intende codificarle. Basta ripensamenti, semmai qualcuno ce li avesse. Ecco, dunque, che i Consigli pastorali, quindi parroco e laici insieme, sono invitati a convocare la popolazione di riferimento per dire: «Andiamo avanti, semmai correggendo quello che non va, ma non un passo indietro».
«In diocesi procederemo con questo nuovo programma pastorale, dal mese di maggio al mese di novembre 2025», afferma Marangoni. «Per la verifica del triennio nei Consigli pastorali si cercherà di coinvolgere anche i gruppi più impegnati nelle parrocchie, con questi obiettivi: fissare le acquisizioni maturate nell’esperienza di collaborazione, considerare gli aspetti non riusciti, identificare gli elementi spuri da risolvere o abbandonare, tracciare una pianificazione delle priorità».
«Le Assemblee parrocchiali devono tenersi entro il 30 settembre», aggiunge il vescovo, «e devono essere di conferma e di eventuale integrazione della collaborazione tra parrocchie». Quindi non sono ammessi ripensamenti.
Il vescovo precisa che «il Consiglio pastorale valuterà e sceglierà se fare l’assemblea in ogni comunità parrocchiale: questo valorizzerà ciascuna comunità, ma non deve apparire come un tornare indietro rispetto al rapporto di fraternità e collaborazione attuato».
Eventualmente – ammette Marangoni – «con delicatezza e gradualità è possibile anche confrontarsi sull’opportunità di ricomposizione di alcune parrocchie che riconoscono una migliore integrazione».
Il percorso si concluderà con un’Assemblea diocesana attorno all’11 novembre, quando cade la festa del patrono San Martino.
Nella riforma per la quale insiste Marangoni c’è una sottolineatura che evidenza don Davide Fiocco, responsabile dell’Ufficio Cultura: il vescovo vuole una Chiesa bellunese oltre le mura. Che cosa significa? «Una Chiesa capace di includere figure tradizionalmente considerate ai margini. La Chiesa di Gesù non si fa solo con quelli che vengono in chiesa».
Le assemblee delle parrocchie, dunque, devono essere aperte anche a coloro che stanno sulla soglia, o addirittura oltre alla soglia. «Nel 1974, quando le due diocesi di Belluno e Feltre erano ancora separate, contavamo 193.516 abitanti (le parrocchie di Borgo Valbelluna appartengono, infatti, alla diocesi di Vittorio Veneto, mentre Setteville, Fonzaso e Arsiè a Padova, ndr), suddivisi in 168 parrocchie, con 264 preti diocesani e 66 preti religiosi. Nel 1993 – dopo la fusione delle diocesi e l’applicazione della revisione del Concordato – le parrocchie erano diventate 158, gli abitanti 184.875, i preti diocesani erano 232, quelli religiosi 51.
Nel 2023, sempre con 158 parrocchie, gli abitanti sono circa 175 mila, i presbiteri diocesani 122, i preti religiosi 7», fa il punto don Fiocco. «Oggi i preti diocesani sono 114, i religiosi stanno sulle dita di una mano».
Ormai le parrocchie che vivono nella situazione “normale” – ideale e idealizzata – di una comunità cristiana con il suo pastore “in esclusiva” sono rimaste nove: Cortina, Libano, Limana, Laste, Lozzo, Meano, Paderno, Salce, Vodo.

Le Collaborazioni pastorali sono poi articolate in sei “Convergenze foraniali”: Decanato di Cortina d’Ampezzo, Forania del Cadore, Forania del Comelico; Forania di Zoldo e di Longarone, Forania dell’Alpago; Forania di Belluno; Forania di Agordo, Decanato di Livinallongo; Forania di Santa Giustina, Forania di Sedico; Forania di Feltre, Forania di Lamon, Forania di Pedavena.
Una riforma, quella della Chiesa di Belluno Feltre, che non segna dunque il passo come la rivisitazione delle unioni montane e delle altre istituzioni territoriali. Non mancano comunque i problemi. In Cadore c’è chi, nel mondo cattolico, vorrebbe il ripristino, non solo nominale, dell’Arcidiaconato. Il Decanato di Fodom è un’altra prospettiva inseguita con nostalgia a Livinallongo e Arabba. E nella vicina parrocchia di Colle Santa Lucia c’è chi, a partire dal sindaco Paolo Frena, opterebbe per una collaborazione pastorale con i ladini di Livinallongo piuttosto che con Selva di Cadore, come oggi. Intorno a Feltre, invece, il tema è quello dell’ampiezza ritenuta eccessiva di alcune collaborazioni.
Sono tutti temi, questi e altri, che verranno discussi nelle prossime assemblee, ma senza fermare o anche solo sospendere il processo di riforma in corso. Intanto giovedì 8 maggio , al Centro papa Luciani di Santa Giustina Bellunese, il vescovo ha programmato un incontro sulle problematiche giovanili con Paola Bignardi, autrice del volume “Metamorfosi del credere. Accogliere nei giovani un futuro inatteso”, Un tema che a mons. Marangoni sta molto a cuore.
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