Rusalem: «Non rinunciamo elimineremo la vespa cinese»

SEREN DEL GRAPPA. La vespa cinese può essere sconfitta. Bisogna avere ancora un po' di pazienza. L'esortazione è nata durante l'incontro con l'assessore regionale all'agricoltura Franco Manzato di...

SEREN DEL GRAPPA. La vespa cinese può essere sconfitta. Bisogna avere ancora un po' di pazienza. L'esortazione è nata durante l'incontro con l'assessore regionale all'agricoltura Franco Manzato di venerdì scorso, nel quale i diversi rappresentanti dei consorzi di tutela dei prodotti di eccellenza feltrini hanno illustrato la loro attività e le rispettive criticità. Tra tutti, quello del morone e del castagno feltrino è forse quello che sta attraversando la fase più difficile, perché da anni alle prese con le avversità del tempo e con l'imbattibile vespa cinese, contro cui l'antagonista parassitoide Torymus non è ancora riuscito a fare molto.

Ma all'ipotesi di abbandonare la lotta o, peggio ancora, di cedere alla tentazione di trasformare i castagneti in piccoli mobili di prestigio, il vicepresidente del consorzio Andrea Rusalem che ha preso parte all'incontro per conto del presidente Antonio Bassani replica: «In Piemonte o in Toscana la vespa cinese è stata sconfitta nel giro di 4 anni: noi crediamo nell'azione debellante dell'antagonista e speriamo che presto la produzione torni a dare i suoi frutti». Proprio per questo Rusalem vuole rivolgersi direttamente ai produttori, perché valutino l'ipotesi di «impiantare nuovi castagneti, anche nella prospettiva di riconquistare porzioni di bosco, visto che per arrivare a produzione ci vogliono dai 7 agli 8 anni, periodo in cui contiamo di risolvere il problema una volta per tutte. Come consorzio mettiamo in campo tutte le nostre conoscenze per far ripartire la produzione».

Per il momento non c'è la benché minima intenzione di ricavare dalle piante la pregiata legna da opera, apprezzata perché senza cipollatura. La crisi che sta colpendo il settore è molto lunga e ha tolto entusiasmo e risorse a diversi produttori della zona. Questo non significa però che il consorzio stia pensando di gettare la spugna. Un'altra ipotesi lanciata venerdì è quella di recuperare il germoplasma della pianta per non perderlo e di inviarlo al centro sperimentale di Villiago, gestito da Veneto Agricoltura. Una decisione a margine di una svolta che per il momento non è prevista e che in ogni caso «andrà discussa con il direttivo». (f.v.)

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