Ritrovato in Marmolada uno scudo da trincea: «Donatelo ad un museo»

Il reperto segnalato su Fb da “La Grande Guerra in cinque passi”

«Reperto raro, queste protezioni erano ambite dai recuperanti»

Stefano De Barba

BELLUNO. La Marmolada ha restituito un reperto raro della Grande Guerra: uno scudo da trincea austroungarico, dotato di portellino per aprire e chiudere la feritoia dalla quale i tiratori scelti potevano sparare, proteggendosi dal fuoco italiano.

Il ritrovamento è avvenuto nella zona di Punta Penia, al confine tra Veneto e Trentino, ed è stato segnalato alla pagina Facebook “La Grande Guerra in cinque passi”, che ha diffuso le immagini del manufatto inviate dall’utente che lo ha rinvenuto.

«È un ritrovamento abbastanza raro», spiega lo storico Davide Allegri, che cura la pagina Facebook con altri amici appassionati delle vicende belliche, «questo tipo di manufatto non si trova più molto spesso nei luoghi dove si è combattuto. Questi scudi erano molto ricercati per via del loro peso dai recuperanti che nel primo dopoguerra battevano i luoghi dei combattimenti per raccogliere e rivendere i materiali ferrosi. Questi scudi in ferro avevano un bel peso, trovarne uno significava ottenere un bel ricavo».

Il luogo esatto del ritrovamento non è stato indicato dall’utente che l’ha segnalato alla pagina, dunque non è certo – sottolinea Allegri – se entri in ballo la regolamentazione veneta sulla raccolta di oggetti della Grande Guerra o quella trentina.

«Non sappiamo esattamente in quale punto sia stato trovato lo scudo, se in territorio veneto o trentino», spiega Allegri. «A livello di normativa nazionale i materiali con più di cento anni dovrebbero ricadere sotto la tutela dei Beni culturali, ma in Veneto c’è la possibilità di ottenere una autorizzazione per la ricerca di questi materiali affioranti. Il nostro auspicio, comunque, è che si possa pensare ad una donazione ad un museo. Questi scudi sono infatti pezzi che non si vedono molto spesso in esposizione, anche se stiamo parlando di una guerra di massa e anche se nei luoghi del conflitto continuano ad affiorare reperti di vario tipo».

Intanto, comunque, lo scudo austroungarico è visibile sulla pagina “La Grande Guerra in cinque passi” che, sottolinea Allegri, non vuol essere dedicata ai cimeli e al collezionismo, ma al significato storico dei reperti della prima guerra mondiale.

«Un oggetto come questo», spiega infatti, «consente di ricordare una grandissima tragedia che si è consumata un secolo fa. Il nostro scopo non è quindi quello di mostrare oggetti da collezionismo, ma lasciare un monito alle nuove generazioni».

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi