Riconteggio shock, Luca De Carlo è fuori dal Parlamento

Belluno.
L’Italia è quel Paese in cui può succedere di tutto, anche che uno faccia il parlamentare per due anni e mezzo per errore. È quello che è successo a Luca De Carlo, sindaco di Calalzo, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia e deputato dal 4 marzo 2018. Anzi, dal 23 marzo, perché quello che è successo in questi giorni gli era già capitato all’indomani delle elezioni. Prima dentro, poi fuori, poi di nuovo eletto alla Camera dopo il ricorso del suo partito contro l’attribuzione di quel seggio a un candidato calabrese. Giorni infernali per De Carlo, che a distanza di tanto tempo non si aspettava il colpo di scena.
«Sono stati fatti i riconteggi dei voti», spiega De Carlo, «è una cosa normale, si fa sempre, ed è emerso che ci sono meno voti di quelli che c’erano all’inizio. Quindi non avevo diritto ad entrare in Parlamento e al mio posto doveva essere eletto un candidato trevigiano della Lega, Giuseppe Paolin, che ho già sentito. Gli ho dato io la notizia e l’ho anche avvisato che non farò ricorso».
Oltre a rispedire a casa Luca De Carlo, il riconteggio causa dunque la perdita di un deputato per la provincia di Belluno e di uno dei 19 seggi conquistati da Fratelli d’Italia, che però accetta la decisione del sindaco di Calalzo di non fare ricorso.
«Mi auguro che ora il Parlamento prenda il mio caso come esempio affinché tutto ciò non si ripeta mai più», prosegue De Carlo. «Non è possibile che uno faccia il deputato per due anni e mezzo senza avere i voti, né che chi li aveva non sia potuto entrare quando ne aveva diritto. Mi darebbe fastidio anche se fosse successo a un grillino. I riconteggi vanno fatti in tempi molto più rapidi. Ho deciso subito di non ricorrere per rimanere attaccato alla poltrona ancora qualche mese, rispetto in pieno la “sentenza” delle istituzioni perché sono un uomo delle istituzioni e per questo spero che venga dichiarata la mia decadenza in tempi ragionevoli. Lo dico con egoismo, perché ho un sacco di cose da fare e voglio avere la mente libera per farle». Tecnicamente dovrà passare circa un mese: prima si esprimerà la giunta per le elezioni, poi l’aula per la dichiarazione di decadenza, che dovrebbe arrivare entro agosto.
Le parole di De Carlo non vanno però lette con leggerezza: «Umanamente non mi do pace. Ho già vissuto questa esperienza a inizio mandato e non riesco a credere che mi sia capitato di nuovo. Credevo davvero che avrei fatto 5 anni in Parlamento. Mi dispiace perché in questi due anni e mezzo ho dato tutto me stesso per lavorare al meglio, ho il 92% di presenze e sono stato assente da Roma solo nei giorni di Vaia e per la visita di Mattarella a Belluno. In questi giorni inizia la discussione sulla mia legge per il ripristino del Corpo forestale dello Stato e mi secca molto non poterla seguire».
Nonostante la comprensibile delusione, De Carlo scalpita per ricominciare: «Non ho perso la grinta, anche se in questo momento la delusione è forte. A settembre ci saranno le elezioni regionali e come coordinatore ho molto da fare. Ho bisogno di dedicare la testa ad altre sfide e a breve ce ne saranno di importanti. La politica è la mia passione e posso occuparmene anche fuori dal Parlamento. Continuerò a lavorare per il territorio come ho sempre fatto». —
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