Riapre l’ex vivaio di Sospirolo per coltivare i nuovi alberi

Veneto Agricoltura ha fatto incetta di sementi, già partiti i lavori di pulizia del bosco del Cansiglio con dieci imprese

BELLUNO. Via gli schianti nei tempi più rapidi, tra l’altro per prevenire il rischio di incendi. E, siccome i tempi del reimpianto non saranno brevi, ecco l’acquisto dei primi semi da far crescere nei vivai. È quanto sta già facendo il Cansiglio per bonificare i propri boschi. . Nel demanio regionale sono caduti 30 mila metri cubi di piante e l’ente Veneto Agricoltura è già avanti – come ci spiega il direttore Alberto Negro – nella gestione del post-emergenza: oggi se ne parlerà anche a Trebaseleghe, dove il governatore Luca Zaia presenterà, insieme ad Andrea Franceschi di “Grafica Veneta” il dossier sulla tempesta “Vaia”.

A due settimane dalla tempesta, Veneto Agricoltura ha dato il via all’operazione-pulizia.

«Sì, con le 10 imprese forestali che operano in Cansiglio. Imprese che sono già al lavoro. L’abete rosso lo abbiamo venduto a 20 euro al metro cubo, il faggio a 30 euro. Un po’ meno del prezzo del mercato prima del 29 ottobre, ma ben di più della media delle offerte».

La “bonifica” in quanto tempo sarà conclusa?

«Ci vorranno 2 anni, ma noi stiamo tentando il miracolo di concluderla nell’inverno 2019/2020. Dobbiamo asportare 30 mila metri cubi. Dobbiamo fare in fretta».

In fretta per evitare le fitopatie, cioè l’assalto primaverile dei parassiti?

«Questo è il pericolo decisamente più grave, perché le malattie potrebbero essere travasate dalla pianta schiantata a quella viva. Abbiamo dato priorità al faggio, che è il legno più attaccabile. Ma c’è anche un secondo rischio. Le piante a terra, inesorabilmente secche, potrebbero favorire gli incendi estivi, in caso di siccità».

Un pericolo, quello degli incendi, che non riguarda solo il Cansiglio.

«Evidentemente no. Riguarda tutti i 100 mila ettari di bosco colpito da “Vaia” e in particolare i 30 mali rasi al suolo».

Poi c’è il reimpianto.

«Anche qui la rapidità è d’obbligo. Veneto Agricoltura ha fatto incetta di tutti i semi di abete rosso e larice disponibili in regione. In primavera li pianteremo nei nostri vivai di Montecchio Precalcino (Vi) e di Pian dei Spini, in Cansiglio. Nei prossimi giorni riattiveremo anche l’ex vivaio di Sospirolo, che ci ha passato la Forestale. Quando saranno disponibili, sempre in primavera, acquisiremo anche i semi di faggio. Li coltiveremo per circa due anni, in modo che le piante raggiungano un’altezza di 40 centimetri, e poi le porteremo nei nostri boschi. Speriamo di poterlo fare a partire dalla primavera 2021».

Come sono questi semi?

«Certificati. Noi vogliamo solo piante autoctone. Su questo aspetto saremo molto severi. La biodiversità è un valore irrinunciabile, lo è sempre stato per il Cansiglio. Ma dovrà essere una biodiversità certificata, origine veneta, e basta».

Quindi Sospirolo ridiventerà a tutti gli effetti un vivaio?

«Il progetto è allo studio. Entro 15 giorni decideremo in tal senso. In Cansiglio sono caduti 30 mila metri cubi di piante, forse 50 mila con quelle di proprietà privata e dei Comuni. In tutto il Nordest si parla di una decina circa di milioni di schianti. C’è del superlavoro per i nostri vivai. Quello vicentino non è in grado di andare oltre il milione di piantine».

Quindi par di capire che state collaborando con la Regione?

«Siamo un ente regionale, ci mancherebbe. È molto stretta la collaborazione col subcommissario Stella che si occupa proprio di questo problema».

Le aste per la vendita dei tronchi sono state sospese in Comelico ed in Asiago. Perché?

«So quanto hanno scritto i giornali. Veneto Agricoltura ha potuto agire nelle sue proprietà, sia in Cansiglio che nella foresta di Giazza, nel Veronese. E la prima cosa che abbiamo fatto, proprio a Giazza, è stata la sistemazione delle piste forestali, danneggiate dalla tempesta. So che anche altrove ci si è trovati in queste difficoltà». —

Francesco Dal Mas

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