Rapina col coltello in casa di un manager

Suona al campanello e minaccia la babysitter che si rifugia in un bagno con la bimba di tre anni: rubati 10 mila euro
Il condominio teatro dalla rapina denunciata dalla babysitter inglese di un manager
Il condominio teatro dalla rapina denunciata dalla babysitter inglese di un manager

CORTINA. Rapina a villa “L’Ampezzana” la sera di giovedì: un uomo con in testa un berretto suona prima il citofono, poi il campanello della casa del dirigente di una nota azienda americana della moda, minaccia con un coltello la babysitter inglese (rifugiatasi in un bagno con la bambina di tre anni e mezzo) e fugge via con poco meno di 10 mila euro in contanti.

Lo sconosciuto che, secondo il racconto della governante britannica, avrebbe avuto in mano un coltello e che ha avuto il tempo di mettere tutto sottosopra alla ricerca di valori, non ha torto un capello a entrambe. «Non ha toccato nulla tra gioielli e altri oggetti come il computer», racconta lo stesso manager (del quale non forniamo il nome per ovvia tutela della piccola di 3 anni e mezzo).

L’uomo era armato con un coltello
L’uomo era armato con un coltello

Il manager aveva preso in affitto l’appartamento del condominio per una settimana di svago a Cortina. La famiglia colpita è italiana, ma vive a Lugano, in Svizzera: lui, siciliano, molto conosciuto per i numerosi incarichi dirigenziali ricoperti in note aziende, era fuori. Anche la moglie, padovana, era uscita per fare la spesa e in casa erano rimaste la babysitter inglese e la bimba. Arrivati venerdì 24 febbraio, i vacanzieri rapinati dovevano ripartire domani e così sarà comunque: a Cortina hanno amici con i quali hanno trascorso questi giorni.

Secondo la ricostruzione fornita dallo stesso manager, lo sconosciuto si è presentato intorno alle 19.30 di giovedì a villa “L’Ampezzana”: un edificio di tre piani, per circa otto appartamenti. Pare che in questo periodo nel condominio fosse abitato solamente l’appartamento teatro della rapina: «Purtroppo non c’era nessun altro in casa. Mi pare ci fosse solo una famiglia di stranieri nella villa, ma nessuno ha aperto la porta», spiega ancora il manager.

Lo sconosciuto avrebbe suonato prima il citofono, poi la porta: la babysitter pensava che moglie e marito stessero rientrando e che per qualche motivo avessero suonato senza usare le chiavi. Quando ha visto quell’uomo col solo berretto in testa, a volto scoperto e armato di un coltello, la ragazza è scappata, rifugiandosi in una stanza con la piccola.

Una ricostruzione, questa, che l’inglese avrebbe fornito ai carabinieri della Compagnia di Cortina diretta dal maggiore Cristiano Rocchi, intervenuta con le pattuglie del nucleo radiomobile, appena ricevuto l’allarme.

L’uomo avrebbe rovistato dappertutto in cerca di valori, prendendo solamente il contante che il manager s’era portato appresso da Lugano. Poco meno di diecimila euro di valore, quanto portato via dallo sconosciuto, che però non ha toccato gioielli e altri oggetti elettronici. Quando la ragazza non ha sentito più rumori sarebbe uscita e avrebbe dato l’allarme.

Fin qui la denuncia della famiglia che vive in Svizzera. Non ci sarebbero testimoni dell’accaduto: nessuno avrebbe visto scappare lo sconosciuto, che ha agito a volto scoperto e ha suonato ben due campanelli. Villa “L’Ampezzana” è in zona periferica, vicino allo stadio del ghiaccio; in questo periodo la zona non è molto frequentata dai turisti e anche il condominio sarebbe vuoto.

Non ci sono telecamere nelle vicinanze che possano aiutare gli investigatori a dare una sagoma, se non un volto, al presunto rapinatore.

Gli inquirenti stanno comunque indagando a 360 gradi. È possibile che la famiglia in questi giorni di vacanza sia stata seguita e che chi ha colpito sia entrato in azione al momento opportuno. È possibile che fosse a conoscenza che in quella casa avrebbe trovato contante per diverse migliaia di euro? Come mai non ha toccato altro, prendendo solamente i soldi (che comunque possono essere rintracciabili)?

La ragazza, provata per quanto accaduto, non avrebbe saputo fornire una descrizione dettagliata dell’uomo che le ha spinto la porta addosso per entrare. Non sembrerebbe uno zingaro, ad ogni modo, e pare si esprimesse in italiano.

Ieri sarebbe stata risentita in caserma dei carabinieri a Cortina, con più calma, senza l’agitazione e il terrore dei momenti successivi al fatto.

Gli investigatori hanno già informato la procura della Repubblica di Belluno del caso e sono partite le indagini appena dopo l’allarme e i primi racconti ricevuti dalla ragazza.

Si ipotizza uno sconosciuto che voleva fare un colpo “facile”, circostanza che pone alcune riflessioni negli inquirenti: chi indaga spazia a largo raggio, non tralasciando neanche ipotesi come le ritorsioni e verificando l’attendibilità della situazione.

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