Radiologia, il Comitato sanità va all’attacco

L’organismo obietta le indicazioni fornite da D’Andrea su teleradiologia, candidati al concorso, modello organizzativo



«La teleradiologia non risolve i problemi delle urgenze, da Belluno se ne vanno anche i medici bellunesi e viene da pensare che l’organico medio della radiologia di Belluno sia sotto utilizzato». Per il Comitato sanità di Agordo e Pieve di Cadore, il direttore del dipartimento diagnostico e dei servizi del distretto di Belluno, Paolo D’Andrea, non la starebbe raccontando giusta. I membri del Comitato ribattono infatti a una serie di considerazioni che il medico dell’Usl 1 Dolomiti aveva fatto nei giorni scorsi in un’intervista su questo giornale. Lo fanno a pochi giorni dal pensionamento (1° febbraio) del dottor Alessandro De Faveri che lascerà la radiologia dell’ospedale di Agordo con sole due unità di personale medico, di cui una a metà con Belluno.

«Per prima cosa» dice il Comitato «D’Andrea sostiene che la rete di refertazione in teleradiologia, attiva da circa 11 anni, consente di far fronte a tutte le urgenze radiologiche h24/365gg all’anno, ma non è vero, perché essa non risolve i problemi di quelle urgenze (ecografie, Tac con mezzo di contrasto e Tac su minori) per le quali è necessaria la presenza del medico». Anche un altro aspetto, fra quelli toccati da D’Andrea, per il Comitato non risponderebbe completamente al vero. Dei quattro medici che recentemente si erano candidati al concorso per la sostituzione di De Faveri, nessuno si è poi presentato. Un fatto che fa coppia con l’esodo dalla radiologia di Belluno di una quindicina di medici radiologi negli ultimi anni. D’Andrea ha sottolineato che tale turnover ha riguardato per la maggior parte medici provenienti da altre regioni o da altre province del Veneto che, appena hanno potuto, sono ritornati a casa.

«Sappiamo» dice però il Comitato «che anche vari medici bellunesi si sono trasferiti altrove». La critica del Comitato continua poi a puntare il dito sulla gestione dell’unità di radiologia dell’Usl, in capo proprio a D’Andrea. «A Belluno» dicono i rappresentanti del Comitato «prestano servizio 13+1 medici. D’Andrea afferma che nel 2019 sono stati eseguiti complessivamente 130.000 esami (di cui 25.000 rispettivamente ad Agordo e Pieve). Dunque la radiologia di Belluno ha eseguito 80.000 esami (6.153 per ciascun medico). Ad Agordo ne sono stati eseguiti 25.000 vale a dire 8.333 esami per ciascun medico radiologo, senza contare che il dottor Mazzoli non è a tempo pieno. Da qui si evince che il modello organizzativo è poco efficiente. Il dottor D’Andrea afferma che il pensionamento del dottor De Faveri ad Agordo non creerà problemi. A questo punto viene da pensare che l’organico medico della radiologia di Belluno sia sottoutilizzato».

Ad ogni modo alla radiologia di Agordo resteranno al momento i soli medici Spiezia e Mazzoli. Relativamente a quest’ultimo, D’Andrea aveva spiegato che egli è il responsabile della radiologia agordina e che lì svolge la maggior parte della sua attività. Aveva anche detto, però, che Mazzoli partecipa a sedute di radiologia interventistica a Belluno e che nel capoluogo deve partecipare anche a riunioni organizzative in quanto svolge la funzione di sostituto del direttore della UOA. «Si può sapere allora» chiedono dal Comitato «quante ore a settimana copre Mazzoli all’ospedale di Agordo?».

Infine, quanto alle rassicurazioni fornite da D’Andrea circa la piena continuità dell’attività di senologia clinica ad Agordo (De Faveri è specialista nelle mammografie su donne operate), il Comitato dice di attendere i fatti: «Verificheremo tali affermazioni già alla prima settimana di febbraio». —



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