Pugno in faccia a un paesano: in appello ridotto il risarcimento

Un comeliano era stato condannato in primo grado ma ha appellato la sentenza e il giudice ha dimezzato l’importo da pagare

COMELICO. Inseguito fino a casa e colpito con un pugno. Giuseppe De Lorenzo Cadore aveva fatto appello contro la sentenza del giudice di pace che l’aveva condannato a un risarcimento danni di duemila euro per minacce e lesioni a un paesano. A giudicare da come gli è andata in tribunale, ha fatto bene. La sua colpevolezza rimane, però il giudice Feletto ha parzialmente riformato la sentenza di primo grado dimezzando il risarcimento e facendolo scendere a mille euro. La seduta è tolta.

Il pubblico ministero Rossi aveva insistito per la conferma del primo pronunciamento, ritenendo che fosse congruo rispetto a quello che era successo una sera in Comelico. E anche l’avvocato di parte civile Mario aveva chiesto che non ci fossero riforme, dal momento che il suo assistito era stato inseguito fino alla sua abitazione, con limitazione della propria libertà individuale e colpito con un violento pugno in faccia. Oltre tutto l’imputato ha dei precedenti analoghi, ad esempio nell’ormai lontano 2006.

La difesa Serpico del foro di Treviso ha cercato di ridimensionare l’accaduto. Non poteva certo negare che ci fosse stato un cazzotto sul volto della controparte, ma in fondo non c’è stato altro e le conseguenze sono state, tutto sommato, abbastanza limitate: una piccola ferita all’altezza di uno zigomo, per una prognosi complessiva di una decina di giorni. Lesioni lievi e, come tali, risarcibili grazie a una somma inferiore a quella richiesta.

Il giudice Feletto si è chiusa in camera di consiglio e ci ha riflettuto con scrupolo, tenendosi accanto il codice penale. Quando è tornata in aula ha pronunciato una sentenza in difformità con la prima, abbassando il risarcimento della metà. In teoria potrebbe non essere ancora finita, ma intanto c’è un discreto risparmio. —

G.S.

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