Processionaria all’attacco della “Costa dei pinèi”

La Valle, il bosco a monte della Sr 203 Agordina è stato colpito dal parassita il fenomeno naturale è evidente anche agli automobilisti di passaggio
Di Gianni Santomaso

LA VALLE. La Processionaria all'attacco della “Costa dei pinèi”. In molti, transitando lungo la regionale 203, si saranno chiesti perché i rami dei pini a monte della carreggiata presentino delle propaggini pelose tra il grigio e il bianco. Scendendo da Agordo, iniziano poco dopo la galleria dei Castèi in comune di La Valle e continuano per un pezzo invadendo anche il limitrofo comune di Sedico. Poi basta.

Per l'occhio umano rappresenta certo una curiosità, ma per gli alberi interessati in realtà è qualcosa di piuttosto fastidioso. La causa del fenomeno è infatti la cosiddetta “Processionaria del pino” (Thaumetopoea pityocampa in gergo scientifico), un parassita che attacca il pino silvestre e il pino nero alberi di cui è ricco quel tratto di bosco denominato appunto “Costa dei pinèi”.

«È una farfalla notturna», spiega Silvano Savio del comando di Agordo del Corpo forestale dello Stato, «che sverna costruendo dei nidi sugli alberi all'interno dei quali ci sono le larve». La processionaria (chiamata così per l'abitudine dei bruchi a muoversi in fila) è infatti attiva soltanto durante l'inverno, mentre trascorre i mesi estivi come bozzolo sotto terra. Da qui, a fine agosto, emerge per cercare piante sui cui aghi depositare le uova dalle quali poi, dopo un mese circa, nasceranno le larve. Queste ultime si spostano poi di ramo in ramo fino a formare il nido definitivo (nido sericeo), che è l'aspetto più evidente del ciclo biologico, dove trascorreranno l'inverno. In primavera l'attività riprende con la tessitura del bozzolo e l'interramento. «Sono dei parassiti che si nutrono principalmente degli aghi del pino silvestre e del pino nero», spiega Savio. «Perché proprio in quella zona poco dopo la galleria? Vuol dire che lì hanno trovato il loro habitat e le condizioni ideali. Va anche detto che quel bosco è stato soggetto anche ad incendi e quindi può essere che gli alberi siano più deboli e quindi più facilmente attaccabili».

Un po' come è successo in alcune zone della provincia con il bostrico tipografo, anche lui un parassita degli alberi, non però del pino, ma dell’abete rosso. Per combattere la processionaria del pino sono stati emanati in passato dei decreti che sancivano l'obbligatorietà della lotta al parassita nelle aree in cui la presenza dell'insetto minacci seriamente la produzione o la sopravvivenza del popolamento arboreo. «Negli anni scorsi», conferma Silvano Savio, «era stata fatta una dura lotta alla processionaria sia con metodi chimici, sia con metodi biologici introducendo cioè le formiche rufe che combattono quel tipo di parassiti. Si tratta, però, di un'attività molto costosa. È chiaro che l'attacco della processionaria al pino può portare alla morte della pianta anche se va detto che il parassita non ha interesse che l'albero muoia. Nel caso del bosco a monte della 203, che ormai è colpito dal fenomeno da vari anni, non abbiamo però assistito a una moria di alberi».

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