Pro loco, archiviata l’inchiesta della procura sulla Summer Fest
ARSIÈ. Archiviata per sempre. L’inchiesta su una presunta appropriazione indebita alla Pro loco di Arsiè è stata chiusa con il proscioglimento dei 12 indagati. La querela presentata a suo tempo dalla presidente Claudia Bettin è stata ritirata da quello attuale Romano Gobbi e adesso tutti hanno accettato il ritiro. L’avvocato di parte civile Dalla Rosa, che aveva presentato opposizione all’archiviazione chiesta dal pubblico ministero Gallego, non si è presentato alle ultime due udienze e i difensori Resenterra, D’Agostini, Paniz e Gamba aspettano solo l’ordinanza del giudice Marson.
Questione di ore, al massimo di giorni, in mancanza della condizione di procedibilità, a parte il fatto che lo stesso sostituto procuratore aveva considerato tardiva la querela e, quindi, inutile. Gli indagati erano i vecchi consiglieri Tiziano Fiammengo, Dorino De Gasperin, Ivano Dall’Agnol, Aldo Giacometti, Fabiana Gobbi, Matteo Strappazzon, Emanuele Turra, Franco Maddalozzo, Michele Dall’Agnol, Michela Dall’Agnol, Claudia Dall’Agnol e Walter Bazzocco.
Detto che la Pro loco è un’associazione senza scopo di lucro formata da volontari, i nuovi consiglieri non riuscivano a spiegarsi il fatto che i conti non tornassero, nell’ambito della Summer Fest. Ecco perché hanno chiesto spiegazioni ai predecessori e incaricato un commercialista. Nessuno pensava a un’appropriazione indebita sui 20 mila euro, semmai a una cattiva gestione dell’evento e a soldi non registrati. Il consiglio e la presidente Bettin non conoscevano bene i fatti per i quali poi quest’ultima ha presentato querela. Non sapevano chi avesse, eventualmente, sbagliato e prima si sono informati e poi hanno chiesto un controllo fiscale. Tutto bene tra il 2015 e il 2016, mentre sono stati ravvisati dei problemi nel triennio precedente.
È scattata una serie di perquisizioni e di sequestri di computer, telefoni e documenti. A distanza di tempo, la diatriba sulla tempistica della querela e poi il suo ritiro.
Gigi Sosso
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi