Pista ciclabile infinita: nuovo ricorso al Tar

Agordo. Gli espropri sono ancora materia di contestazioni legali. Citati Comuni e Cm agordina
Di Marco Ceci

AGORDO. Un nuovo ricorso sulla pista-ciclabile. Otto chilometri di un percorso ciclo-pedonale che sembrano non dover finire mai, nel vero senso della parola. Da Listolade, in comune di Taibon, a Le Campe in quello di La Valle, passando per Agordo, tutto è in ritardo. Si riuscirà a vedere qualcosa di concreto entro la prossima primavera?

A metà ottobre il presidente della Cm, Luca Luchetta, spiegava che i problemi erano legati a un contenzioso su un tratto di pista tra Agordo e La Valle e alle nuove opere previste dalla variante al progetto iniziale. Ma non sapeva che quel contenzioso si sarebbe trascinato oltre.

Lo scorso 13 novembre è stato infatti depositato al Tar del Veneto un ulteriore ricorso da parte di Giuseppe Scandiuzzi contro il Comune di Agordo, di Taibon, di La Valle e la Comunità montana agordina. Ovvero i quattro enti interessati alla realizzazione della pista ciclo-pedonale. L'udienza è già stata fissata al 29 gennaio. Scandiuzzi, proprietario dell'area su cui insistono l'ex casello della ferrovia Agordo-Bribano e la galleria della ferrovia stessa nei pressi di Ponte Alto (in comune di Agordo), era già ricorso al Tar contro l'esproprio previsto dal progetto. Nel 2009 il Tar aveva respinto il ricorso, ma Scandiuzzi ha interposto appello al Consiglio di Stato che, come dice la delibera di giunta del Comune di Agordo del 30 agosto scorso, ha accolto l’appello e «ha accolto in parte il ricorso di primo grado, annullando, per vizio del procedimento, la deliberazione di approvazione del progetto definitivo e il successivo decreto di occupazione d’urgenza (non invece gli atti della presupposta variante urbanistica, che sono rimasti pertanto validi ed efficaci)».

Con la stessa delibera, la giunta comunale di Agordo aveva pertanto riapprovato il progetto definitivo-esecutivo della ciclabile, nel frattempo modificato con le varianti in corso d'opera, e aveva prescritto il parziale accoglimento di un'osservazione presentata da Scandiuzzi e la prosecuzione della procedura espropriativa.

Ora sul tavolo c'è però un nuovo ricorso al Tar dello stesso Scandiuzzi. «Resisteremo in giudizio» spiega il sindaco di Agordo, Renzo Gavaz «dobbiamo andare avanti e noi faremo la nostra parte con il nostro ufficio tecnico». La Comunità montana valuta il da farsi. «La normativa» spiega il presidente Luchetta «è molto garantista. Nei prossimi giorni valuteremo se resistere o meno».

In ballo, ancora una volta, ci sono tempi e soldi, ma Luchetta è convinto di riuscire a mantenere la promessa di apertura. «Siamo davanti a un procedimento giuridico» spiega «e nessuno è in grado di sapere quando si concluderà. Certo il tempo passa e la gente vuole vedere qualche risultato e io confermo quello che avevo detto a ottobre. Stiamo ragionando con le imprese sulla conclusione dei lavori. Tra la primavera e l'estate qualcosa si concretizzerà».

Gianni Santomaso

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