Per De Marchi musica e ricordi E poi solidarietà

Giuliano De Marchi alla consegna del Pelmo d’oro
Un progetto in Nepal per Giuliano De Marchi: domani sera la sala teatro del Giovanni XXIII si riempirà di ricordi, di musica e di solidarietà. Sono trascorsi due anni da quando il medico e alpinista bellunese Giuliano De Marchi è scomparso tragicamente e, i familiari con gli amici, vogliono ricordarlo nella sua passione e nella generosità con la gente più povera incontrata durante i viaggi. Una generosità riflessa nei molti bellunesi che ne hanno sostenuto l'iniziativa. E dunque la serata, organizzata in collaborazione col Circolo Culturale Bellunese e Villa Buzzati-il Granaio, vuol essere anche un affettuoso incontro con la città. Grande amico di De Marchi è l'alpinista e naturalista Fausto De Stefani che interverrà per raccontare della loro amicizia, della passione che hanno condiviso e dei progetti su cui stavano lavorando. Si sono incontrati nel 1983, durante l'ascensione al K2, ed hanno poi continuato insieme in altre spedizioni. Anni fa, De Stefani ha dato il via al progetto "Rarahil" a Kirtipur, una località alla periferia di Katmandu, dove, con impegno e sacrificio, è riuscito a costruire la "Rarhail Memorial School", un complesso di tre scuole: elementari, medie e professionali, con convitto e mensa. Proprio a Kirtipur, qualche anno fa, De Stefani è stato testimone impotente della morte di una bambina tredicenne, per una grave infezione subentrata ad una banale sbucciatura al ginocchio. Le cause di questa sciagura: la totale ignoranza della popolazione e la mancanza delle più semplici strutture sanitarie. Dopo la scuola, dunque, il progetto successivo non poteva che essere un ambulatorio; ne parlò con De Marchi che, entusiasta dell'idea, diede la sua disponibilità anche come medico. De Stefani ha deciso di intitolare all'amico scomparso l'ambulatorio che è quasi arrivato al tetto e che potrebbe in futuro ampliarsi con un reparto di pediatria. La serata sarà allietata dall'esibizione di due famosi gruppi di musica popolare e della tradizione folk: gli "Al Tei" e i "Barbapedana" e di due solisti: l'iraniano Foad Ahmadvand e Andrea Zuin. «Sarà un excursus attraverso le tradizionali musiche provenienti da varie parti del mondo, - spiega Andrea Da Cortà, del gruppo "Al Tei" - in ricordo di Giuliano De Marchi che era appassionato della cultura dei popoli che ha incontrato nei suoi viaggi e volentieri ascoltava i gruppi locali, apprezzandone i canti e le musiche.» "Al Tei", (Il Tiglio, albero sacro fra gli antichi popoli europei) è un gruppo di formazione variabile: domani sera, oltre a Da Cortà, saranno sul palcoscenico Sandro Del Duca, Pina Sabatini, Francesca De Biasi, Toni Vago e Michele Gava. Studiosi e ricercatori da tempo, sanno valorizzare con originalità ed esperienza i brani che propongono. Proviene da Caerano San Marco lo storico gruppo dei Barbapedana, con una tradizione ed esperienza trentennale; la loro scaletta proporrà musica tzigana, ebraica e balcanica. Foad Ahmadvand, giovane musicista iraniano residente a Venezia, suonerà musiche persiane con il santoor, la tradizionale ed antichissima cetra, che dà un suono particolarmente affascinante, mentre Andrea Zuin chitarrista ed etnomusicologo di Treviso, eseguirà brani dalla tradizione del Sud America e del Sud Italia. Sarà uno spettacolo dove, assieme alle parole, la musica avrà una parte importante nel messaggio di solidarietà e fratellanza fra i popoli. L'ingresso è libero, ma senza dimenticare il progetto dell'ambulatorio "De Marchi".
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