Pagano con l’assegno rubato: due nei guai

FONZASO. Truffa con un assegno rubato. Uno degli undici assegni circolari del Monte dei Paschi di Siena usati per altrettanti raggiri è finito a Fonzaso. I due pugliesi Michele Liberti e Andrea Giovanni Del Buono sono in tribunale per truffa in concorso e violazione delle norme antiriciclaggio. Del Buono deve rispondere anche di calunnia.
La vittima bellunese è un fonzasino che ieri ha raccontato in aula la sua disavventura, aiutato dal figlio. L’uomo aveva messo in vendita un carrello da meccanico su un sito internet specializzato in offerte speciali. Un certo Michele Distasio l’ha contattato sul numero di cellulare ed è stato concordato un incontro, che si svolgerà una sera, alle 22.30.
In paese arrivano tre uomini a bordo di un furgone, che risulterà noleggiato a Padova da Del Buono e mai restituito. Il pagamento della merce avviene tramite un titolo di credito compilato a macchina, un metodo che dovrebbe essere più sicuro di altri, ma è nel momento in cui il venditore cerca d’incassarlo che risulta rubato nell’agenzia di Parma del Monte dei Paschi di Siena. Fra l’altro, questo Distasio non esiste, ma da una patente falsa i carabinieri della stazione di Arsiè risaliranno a Michele Liberti, grazie anche alla collaborazione dei colleghi della provincia di Vicenza.
Una volta consumata la truffa, Del Buono cerca di salvarsi in qualche maniera sia dall’accusa di truffa che da quella di utilizzo abusivo di assegni e gli viene in mente di andare al commissariato di San Severo (Foggia) a denunciare Liberti per aver noleggiato quel furgone usato per arrivare a Fonzaso. In realtà le indagini hanno permesso di stabilire che il noleggiatore era stato lui stesso, da qui la denuncia a suo carico per il reato di calunnia.
L’inserzione in internet era stata piazzata dal figlio della vittima, che ha maggiore dimestichezza con la rete. La sera della consegna del materiale non era presente e non è stato in grado di chiarire ciò che è successo quella sera. L’unica che qualche precauzione l’aveva presa è la donna di famiglia, che aveva trascritto la targa di quel furgone.
L’orario della visita non era poi così normale e qualcosa non le tornava per niente. Davanti al giudice Coniglio e al pubblico ministero Tricoli, Liberti è difeso dall’avvocato Mauro Gasperin, mentre Del Buono da Montoneri. Rinvio a mezzogiorno del 26 ottobre per la discussione finale, con sentenza di primo grado.
Gigi Sosso
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