Padova - Calalzo la linea cancellata
CALALZO. C’era una volta la linea diretta Padova - Castelfranco - Feltre - Belluno - Calalzo. Dalla città del Santo sino in Cadore i treni in servizio erano sei all’andata ed altrettanti al ritorno. Oltre che dai pendolari i treni diretti, tutti a diesel, erano frequentati, sia in estate che in inverno, da tantissimi padovani che amavano andare in treno e non in auto nelle località di montagna ai piedi delle Dolomiti. Si saliva a Padova, in genere al binario dieci, ossia sul lato Arcella e si smontava direttamente a Calalzo, per poi proseguire, in bus, verso Cortina, San Vito, Pieve, Auronzo e Misurina.
Una volta c’era anche un treno espresso, che viaggiava nella notte, proveniente direttamente da Roma Tiburtina, con al seguito anche due carrozze, sulle quali anche i Vip della capitale potevano mettere le auto. Ai cinefili è nota la scena, in cui il treno Roma-Calalzo si ferma, all’alba, a Padova e fa vedere, in primo piano, un sonnecchiante Vittorio Gasmann in vagon lit.
Dal 15 dicembre, giorno in cui è entrato in vigore il nuovo orario regionale cadenzato, per la prima volta dal 1914, ossia dall’anno in cui la stazione di Calalzo venne collegata con Padova, via Belluno, Montebelluna e Castelfranco, il collegato diretto con il Cadore fa parte solo della storia delle ferrovie italiane.
Per andare a Calalzo bisogna assolutamente trasbordare nel capoluogo delle Dolomiti, per poi proseguire, con un altro regionale, sino a Calalzo. I nuovi treni fra Padova e Belluno sono 14 al giorno. Partono sempre ai minuti 29 ed arrivano ai minuti 30. Il primo è alle 5.29 ed arriva alle 7.30. L’ultimo alle 21.29 ( 23.30).
In pratica chi parte da Roma Termini nel pomeriggio e deve raggiungere in serata Belluno deve partire con la Freccia Argento delle 15.41(a Padova alle 21) e chi parte da Milano deve lasciare il capoluogo della Lombardia alle 19.05 (Padova 21.12). Viceversa il primo regionale da Belluno è alle 4.48 (a Padova 7.01) ed il secondo alle 5.48 (8.01). I nuovi treni fermano a Camposampiero, Castelfranco, Fanzolo, Montebelluna, Cornuda, Pederobba, Alano, Quero, Feltre, Busche, Santa Giustina ed a Sedico.
«In pratica se ne va un pezzo della storia delle Fs nel Veneto», interviene Ilario Simonaggio, segretario regionale Filt-Cgil . «Il cambiamento sarebbe anche accettabile se a Belluno fosse garantita sempre la coincidenza e la qualità del servizio per i pendolari fosse migliore di prima».
Felice Paduano
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