Ortopedia all’avanguardia con la protesi alla caviglia

Primo intervento di ricostruzione dell’articolazione al Santa Maria del Prato Grazie al primario Furlanetto passi avanti negli interventi ad alta specializzazione
Di Laura Milano

FELTRE. Una volta era l'artrodesi che ingessava il passo. Adesso la caviglia si ricostruisce con l'inserimento di una protesi che assicura la normale funzionalità dell'articolazione. Non servono trasferte ai grossi centri ospedalieri di traumatologia. L'intervento si può fare anche a Feltre. L'esordio della ricostruzione della caviglia con inserimento di protesi è stato all’inizio di questa settimana. L'équipe dell'unità operativa di ortopedia e traumatologia, diretta da Giuseppe Furlanetto, ha condotto l'intervento con il supporto di Luigi Milano, chirurgo di fama internazionale nel campo della chirurgia del piede che opera a Milano e Torino. «L'intervento di protesi di caviglia si esegue in pazienti affetti da grave degenerazione dell'articolazione, sia post traumatiche che in artrosi primitive», spiega il primario ortopedico Furlanetto. «Nel pazienti giovani consente di mantenere il movimento della caviglia, un ciclo del passo normale ed annulla il dolore provocato dalla degenerazione della cartilagine. In tal senso risulta essere una soluzione molto più tollerata dai pazienti rispetto all'artrodesi che blocca il movimento dell’articolazione con ripercussioni sul ciclo del passo».

La protesi di caviglia è indicata in presenza di grave artrosi o artrite reumatoide, che colpisce purtroppo tante persone in età giovane. Come per l'anca e il ginocchio, l'intervento consiste nella resezione delle superfici articolari e nell'impianto di due componenti metalliche contrapposte nella tibia e nell'astragalo con il posizionamento di una componente di plastica che permette il reciproco movimento. La protesi utilizzata a Feltre è di ultima generazione e la curva di sopravvivenza, cioè la durata media del materiale, supera ormai i dodici anni.

L'intervento di protesi della caviglia non si fa ovunque, trattandosi di un'operazione molto specialistica. I centri ospedalieri di riferimento per questa patologia sono pochi. Dall’inizio della settimana, anche il Santa Maria del Prato, dunque, entra nel novero dei nosocomi che la praticano. Il primario Furlanetto, che coordina l'unità di ortopedia da due anni, ha all'attivo una notevole esperienza nella clinica ortopedica e traumatologica di Padova come medico interno universitario. Furlanetto era stato scelto in una rosa di quattordici candidati giudicati idonei dalla commissione in seno all'Usl 2 ed è il valente successore di Renzo Bianchi. Bianchi, precedente primario di ortopedia, ha contribuito significativamente a ridare vigore alla chirurgia ortopedica dove, nel corso degli anni precedenti, si era registrata una voce di fuga per quanto riguarda la patologia dell'anca e del ginocchio.

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