Opere idrauliche, «i danni vanno riparati»

PERAROLO. A tre mesi dalla drammatica ondata di maltempo che ha messo in ginocchio gran parte della provincia bellunese, Cadore compreso, i residenti di Perarolo tornano a far sentire la propria voce. Il comitato per il futuro di Perarolo nella giornata di ieri ha redatto un comunicato (a firma del presidente Tiziana Mascolo) con l’obiettivo di riportare l’attenzione sullo stato in cui versa la frana della Busa del Cristo per la quale, nel frattempo, i lavori annunciati prima di Natale da Ferrovie dello Stato non sono ancora iniziati.
NON SOLO LA FRANA
Tra le preoccupazioni dei residenti non c’è solo la frana ma anche lo stato dei due fiumi, il Boite e il Piave, che si incontrano proprio nell’abitato di Perarolo. «Subito dopo quei giorni terribili avevamo avuto modo di dire che a Perarolo potevamo considerarci contenti perché nulla di catastrofico era successo. La frana non è collassata e gli argini hanno fatto il loro dovere in maniera egregia, sia quelli lungo il Boite e sia quello realizzato dopo l’alluvione del 1882 con il fondamentale interessamento della regina Margherita di Savoia che solo pochi giorni prima aveva lasciato Perarolo dopo un mese di vacanze estive. Detto questo, danni ai letti dei fiumi ed alle opere idrauliche però ve ne sono stati, particolarmente lungo il tratto del Boite che precede il paese di Perarolo dove l’impeto delle acque ha deteriorato alcune parti delle tre briglie, oltre alle tre centraline elettriche che sfruttano il salto dell’acqua fornito da quelle stesse briglie. Per questo motivo auspichiamo di vedere al più presto cantieri per il ripristino della funzionalità idraulica sia del Piave e sia del Boite. Del resto come reagirebbero oggi gli argini e le opere idrauliche a fronte di normali eventi atmosferici? I mesi invernali, caratterizzati da una portata dei fiumi molto bassa, sarebbero i migliori per iniziare a sistemare i danni subiti dalle opere esistenti ed anche per realizzare quelle nuove, molto utili, come ad esempio l’argine di sostegno ai piedi della frana della Busa del Cristo. Proprio in quel punto infatti il Boite, ogni volta che è in piena, erode il terreno perché, curvando, asporta molto materiale trascinandolo verso valle».
NUBI SUL FUTURO
«Questi interventi a nostro avviso sono molto importanti perché, allo stato attuale, una nuova ondata di maltempo potrebbe generare problemi, soprattutto in presenza di un aumento della portata dei fiumi. Non eventi alluvionali eccezionali, si badi; ma piovosi e del tutto normali, tipici di periodi come la primavera o l’autunno che fanno ingrossare tanto il Piave quanto il Boite. Eventi un tempo benedetti a Perarolo perché venivano sfruttati per il trasporto del legname verso la pianura veneta ma che oggi, alla luce di quanto sta accadendo, sono sinonimo di preoccupazione». —
Gianluca De Rosa
BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi