Oltre 300 cervi abbattuti in un mese di caccia

Primi risultati del Tavolo Verde. De Bon, «Raccolte le esigenze del mondo agricolo: siamo sulla strada giusta per avere una popolazione di ungulati correttamente strutturata»

Arrivano i primi risultati della stagione venatoria: sono oltre 300 i cervi prelevati tra il 18 agosto e il 15 settembre, prima della finestra di chiusura per il periodo degli accoppiamenti. Numeri in linea con quanto previsto all’interno del piano di prelievo predisposto per il 2019-2020, che presenta alcune novità importanti, concertate con le associazioni di categoria del settore agricolo. La Provincia di Belluno, infatti, ha istituito nel maggio scorso un “Tavolo verde” per far incontrare le esigenze delle aziende agricole e le disponibilità del mondo venatorio. Tre le novità principali introdotte dal Tavolo, in concertazione con l’Ispra, l’ampia finestra temporale del prelievo del cervo (con pre-apertura dalla terza domenica di agosto alla metà di settembre) e la possibilità di abbattimento dei maschi e delle femmine di un anno, oltre che dei piccoli, durante il periodo di pre-apertura, che precede la stagione degli amori; inoltre, rispetto al piano di prelievo della precedente stagione venatoria 2018-2019, è stato concesso un totale del 20 per cento in più dei capi, a carico però della sola componente di femmine e piccoli.

I primi numeri arrivati all’Ufficio Faunistico della Provincia di Belluno, relativi alle prime settimane di apertura della stagione, parlano di oltre 300 capi prelevati (241 solo dalle riserve che hanno aderito alla pre-apertura del 18 agosto, ai quali vanno aggiunti i cervi prelevati dalle riserve che hanno cominciato l'attività venatoria il 1° settembre). «I dati sono in linea con quanto ci si attendeva - commenta il consigliere provinciale delegato, Franco De Bon -. La pre-apertura della caccia in periodo estivo non è un’abitudine del territorio bellunese, anzi è un sistema sperimentale concesso da Ispra esclusivamente alla Provincia di Belluno sulla base delle istanze da noi proposte; e quindi è abbastanza normale che non tutte le riserve abbiano aderito. Si è attivato per il prelievo in anticipo più di un terzo delle riserve, non un numero esiguo: tutt'altro, visti anche i tempi ristretti per avviare la macchina operativa della stagione venatoria, a dimostrazione che i cacciatori hanno raccolto le esigenze del mondo agricolo e si sono messi a disposizione della società civile per risolvere alcuni problemi causati dalla fauna selvatica. Siamo ai primi mesi di vita del “Tavolo verde”, e vediamo già i primi ottimi risultati in termini di collaborazione. Sono convinto che a fine stagione il piano di prelievi sarà pressoché completato, come sta succedendo negli ultimi anni».

I dati storici dicono che nell’ultimo quinquennio i piani sono stati completati con percentuali variabili tra il 75 e il 94 per cento (non fa testo il 2018, per gli effetti di Vaia sui territori occupati dalla fauna selvatica e per i lunghi periodi di chiusura dell’attività venatoria). Il piano dell’anno in corso (che si chiuderà a fine gennaio 2020) prevede un prelievo totale di 2.943 cervi ripartiti in 842 maschi, 1.118 femmine e 983 piccoli.

«Vogliamo proseguire sulla strada tracciata, di confronto e crescita del mondo venatorio - afferma il consigliere delegato De Bon -. L’obiettivo è quello di un controllo della qualità degli abbattimenti, in modo da avere una popolazione correttamente strutturata per sesso e classi di età, e dimensionata al fine di minimizzare i danni alle produzioni agricole e forestali. In questo modo possiamo andare incontro alle attività agricole che risentono dei danni causati dalla fauna selvatica e anche ridurre l’incidentalità stradale. Le ultime stime aggiornate dicono che abbiamo una popolazione di quasi 34.000 ungulati, di cui 10.400 cervi e 13.600 caprioli. Nel solo 2018 i danni provocati all’agricoltura ammontano a circa 286.000 euro. Senza contare che ogni anno in provincia si verificano mediamente 360-400 incidenti con fauna selvatica».

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