Nuovi ricoveri, è incubo epidemia

Una trentenne di Montebelluna è in fin di vita. Casi a Castelfranco e Mogliano
Un paziente assistito in rianimazione
Un paziente assistito in rianimazione
CONEGLIANO.
Una ragazza di trent'anni, italiana, è in fin di vita all'ospedale di Montebelluna, e ieri mattina ci sono stati altri due ricoveri per meningite: una ragazza colombiana di 21 anni all'ospedale di Treviso e un giovane di 27 anni a Calstelfranco. Nel pomeriggio, un nuovo caso: un ragazzo moglianese di 29 anni ricoverato nel reparto di Malattie Infettive del Ca' Foncello. E ieri sera un altro caso sospetto: una prof del Turistico di Conegliano, scuola frequentata dal ragazzo deceduto.

Una situazione inquietante. Un'epidemia senza precedenti, per questo tipo di malattia, che si sarebbe sviluppata dopo una festa di famiglia a Farra di Soligo, a cui ha partecipato una comitiva di giovani sudamericani, uno dei quali già incubava la malattia e l'ha poi diffusa, frequentando con loro altri locali nella stessa notte. Attualmente i trevigiani ricoverati per meningite sono otto: uno a Conegliano, cinque a Treviso (un caso non sarebbe collegato all'epidemia), uno a Montebelluna e uno a Padova (non collegato). Ma ieri sera si è presentata all'ospedale di Conegliano una insegnante cinquantenne del Turistico, di Conegliano, con sintomi (mal di testa e febbre) che fanno ipotizzare la malattia. Era già stata sottoposta a profilassi. Per ora è un caso sospetto.


Montebelluna.
Dopo la morte dello studente Theodoros Kosmatos, quindicenne di Pieve di Soligo deceduto nella notte di mercoledì all'ospedale di Conegliano - dove un suo amico, diciottenne dominicano, rimane ricoverato in Rianimazione, ma se la caverà, grazie alla profilassi tempestiva - la situazione più grave è quella di una trentenne di Montebelluna, ricoverata in ospedale da venerdì, che sabato sera aveva raggiunto la birreria Kaltenberg di Pederobba con il fidanzato. Avrebbe contratto la malattia con uno scambio di bicchieri, mentre era in corso la festa del gruppo di sudamericani nel quale si è sviluppato uno dei focolai della malattia. Da due giorni lotta tra la vita e la morte. E' andata meglio ad un'altra ragazza, anch'essa di Montebelluna, che venerdì sera ha trascorso diverse ore all'astanteria del Pronto soccorso dell'ospedale. Venerdì aveva accusato sintomi preoccupanti: escluse conseguenze gravi.


Treviso.
Sono entrambe gravissime al Ca' Foncello due ragazze colombiane domiciliate a Treviso, di 17 e 21 anni. La diciassettenne è entrata in ospedale venerdì ed è stata subito ricoverata in Rianimazione. Avrebbe contratto la malattia dopo un bacio col fidanzato, un idraulico di Treviso, nel circolo privato La Rumba di Conegliano, locale chiuso ieri con ordinanza del sindaco dietro richiesta dell'Ulss. La mamma ha aiutato i medici a rintracciare anche il suo ragazzo, che ieri mattina è stato sottoposto ad accertamenti al Ca' Foncello, ed è risultato non contagiato. L'altra ragazza colombiana è stata ricoverata al Ca' Foncello ieri mattina, nel reparto di Malattie Infettive.


Castelfranco.
La ventunenne colombiana è amica di un giovane di colore residente a Vedelago, di 24 anni, che ieri mattina si è presentato con gli stessi gravi sintomi all'ospedale di Castelfranco, e da qui trasferito nel pomeriggio al reparto di Malattie Infettive di Treviso. La stessa colombiana aveva frequentato nei giorni scorsi il circolo privato La Rumba, ma anche il locale «Folli Follie» di Villorba, il «Colonial Inn» di Silea e il locale Il Cantiere di San Donà di Piave. Per questo le direzioni generali delle Ulss hanno deciso di far affiggere a questi tre locali, che rimangono aperti al pubblico, un avviso da esporre in cui si sollecitano i clienti a sottoporsi ad accertamenti. Il ventiquattrenne di Vedelago è un magazziniere della Dressing di Silea: verrano sottoposti a profilassi gli altri dipendenti.


Mogliano.
Nel tardo pomeriggio di ieri c'è stato un altro ricovero, quello di un 29enne di Mogliano, compagno di una colombiana, nel reparto di Malattie Infettive del Ca' Foncello.


Casi non collegati.
Ci sono poi altri due casi gravi di meningite, che secondo i medici, però, non sarebbero collegabili agli altri. Un sessantenne di Cimadolmo, ricoverato a Treviso, è affetto da una meningite batterica da pneumococco, batterio diverso dal meningococco responsabile dell'epidemia. Un bimbo di otto anni di Conegliano, ricoverato a Padova con meningite da meningococco, ha contratto la malattia quindici giorni fa e quindi non sarebbe stato infettato dagli ultimi focolai.

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