Non c’è stato stupro su una sedicenne dopo la festa di laurea

Si è concluso il processo a un veneziano più grande di lei Sentenza di assoluzione «perché il fatto non sussiste»



La violenza sessuale non c’è stata. È stato assolto con formula piena il giovane veneziano accusato di aver abusato nel dicembre 2016 di una sedicenne cadorina dopo una festa di laurea, mentre era incosciente. Ieri si è tenuta l’udienza conclusiva del processo davanti al collegio dei giudici Coniglio (presidente), Feletto e Cittolin. Dopo la testimonianza di un’amica della persona offesa, dei consulenti psichiatrici e dell’imputato, al termine della discussione la sentenza è stata quella di assoluzione «perché il fatto non sussiste».

L’imputato ha negato ogni accusa: «Ho partecipato a una festa di laurea e ho conosciuto la ragazza, ma non c’è stato rapporto sessuale completo», la sua versione quando è stato ascoltato in aula. «Sono uscito a fumare quando è arrivata questa ragazza a chiedermi una sigaretta, nessuno dei due era ubriaco ed è stata lei a provarci e a prendere l’iniziativa. Fuori faceva freddo e in un contesto del genere, le ho proposto di andare al caldo e siamo andati in appartamento. È stata lei a prendere l’iniziativa. C’è stato sesso orale, ma non mi ha detto che non voleva andare oltre perché era vergine, comunque un rapporto completo non c’è stato e lei è sempre stata vigile e cosciente. Non mi aveva nemmeno detto di avere 16 anni, l’ho scoperto dopo».

Questa ricostruzione non ha convinto il pubblico ministero Marcon, che ha chiesto la condanna dell’imputato alla pena di 3 anni e 6 mesi di detenzione, sottolineando che «la ragazza aveva manifestato chiaramente la sua volontà di non avere rapporti sessuali completi», l’argomentazione del Pm. «Lei ha detto la verità, certe cose voleva farle e altre no». Sulla stessa linea l’avvocato della persona offesa, Simona Ianese: «Ha avuto una copiosa perdita di sangue, ma non per il ciclo. Aveva negato il consenso a un rapporto completo».

Sul fronte opposto, gli avvocati difensori Michele Zatta e Damiano Beda hanno chiesto l’assoluzione dell’imputato evidenziando tra l’altro che «non c’è un referto medico, né nell’immediatezza, né dopo».

«Una ragazza di 16 anni durante una festa ha approcciato un ragazzo, nessuno l’ha vista barcollare e l’amica che per prima ha ricevuto le confidenze della persona offesa, ha riferito che si sono scambiati sesso orale reciprocamente. Non c’è stata la manifestazione del dissenso e non c’è stato un rapporto completo», la conclusione dell’avvocato Zatta.

«La sorella ha detto che la persona offesa non era ubriaca», ha aggiunto il suo collega Beda. «Non è emerso da parte di nessun testimone la prova di un’assunzione di alcol tale da perdere conoscenza. Poi ha chiesto all’imputato di avere un ulteriore rapporto orale. Parlando con gli altri, dall’amica alla mamma, alla psicologa, ha elaborato di aver fatto qualcosa di cui si è pentita e ha detto di aver bevuto troppo». —



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