Non autosufficienza: attivati 27 posti in sette case di riposo tra Belluno e Feltre

Nelle case di riposo bellunesi si amplia l’offerta di posti letto per ospiti non autosufficienti. Non saranno creati ex novo dei posti, bensì saranno trasformati quelli che attualmente sono destinati a pazienti autosufficienti. In tutto sono 27: è questo il numero che la Regione Veneto – attraverso la delibera n. 996/2022 – ha messo a disposizione del territorio dell’Ulss 1 Dolomiti in base a parametri legati al fabbisogno di posti letto e alla popolazione anziana.
Questi posti letto saranno corredati dalle impegnative di residenzialità, o quote sanitarie, che saranno garantite dalla Regione. Agli ospiti resterà il pagamento della quota alberghiera, cioè la retta che ogni casa di riposo ha imposto ai suoi ospiti. In realtà con questi posti letto non si raggiunge quello che è il fabbisogno di cui necessita il territorio per i non autosufficienti, fabbisogno che, per il solo distretto di Belluno, sarebbe pari a 1.145 posti letto, contro i 944 attuali.
Le suddivisioni
Sedici di questi posti sono stati assegnati al distretto di Belluno, undici andranno a Feltre. Per determinare a quali rsa assegnare i nuovi letti, è stato aperto un bando a cui le varie case di riposo hanno partecipato con le loro richieste. Alla fine è stata la Conferenza dei sindaci dell’Ulss a decidere a chi assegnarli.
Per quanto riguarda il distretto di Belluno i 16 posti sono stati assegnati a quattro strutture per anziani: 10 letti sono andati alla rsa di Limana che passa a quota 33 posti per non autosufficienti, tre a quella di Auronzo, due a Livinallongo e uno alla rsa di Val di Zoldo. In realtà le richieste giunte alla Conferenza dei sindaci erano state molto più numerose. Quattro posti erano stati chiesti sia dalla rsa di Santa Croce, che da quella di Longarone, tre dalla Sersa e due dalla rsa Marmarole di Pieve di Cadore: tutte queste domande sono state respinte dai sindaci perché non rispondenti al fabbisogno della popolazione anziana o perchè si trattava di posti da realizzare ex novo. Respinta anche la richiesta di realizzare a Belluno 120 nuovi posti letto per non autosufficienti da parte della società Sereni Orizzonti 1 e la domanda della società Villa Primule Gestioni srl di avviare 16 nuovi letti a Domegge.
Per il distretto feltrino, due posti andranno alla casa di riposo di Mel, mentre gli altri nove saranno divisi tra Lentiai a Trichiana in base a una riorganizzazione che è in corso.
I pro e i contro
La trasformazione da posti per autosufficienti a posti per non autosufficienti non implica grossi lavori. La Regione ha dato il via a questa operazione, proprio per poterli attivare subito. «In effetti oggi nelle case di riposo non ci sono più persone autosufficienti, che restano al loro domicilio finché ce la fanno. Le Rsa sono ormai ad appannaggio quasi esclusivo di ospiti non autosufficienti con diverse complessità di cura», dicono Paolo Battocchio, direttore delle tre rsa di Borgo Valbelluna e Arrigo Boito direttore delle case di riposo di Longarone,Val di Zoldo e di Limana. «Per questo motivo è diventato impellente cambiare la destinazione d’uso per rispecchiare i reali bisogni degli ospiti delle strutture».
Se questa trasformazione va nella direzione di assecondare i bisogni, dall’altro, però, può trovare un ostacolo nella carenza di personale, vale a dire infermieri e operatorio socio-sanitari. Ad oggi, secondo gli standard regionali, serve un operatore ogni 2,06 utenti non autosufficienti e un infermiere ogni 12 utenti. «La carenza di personale resta un problema ancora oggi», precisa Boito che è anche uno dei referenti del tavolo tecnico per la residenzialità anziani per il distretto di Belluno per il Piano di zona.
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