Nel computer del prof fotografie raccapriccianti
PEDAVENA
Ci sono bambini di tutte le età, anche di cinque anni, nudi, alcuni piangono disperati, mentre vengono costretti a subire gli abusi sessuali.
Sguardi disperati o persi nel vuoto, incapaci di capire il motivo di tanta crudeltà e sadismo da parte dei loro aguzzini pedofili.
Sono davvero raccapriccianti le immagini, a centinaia, che la polizia postale di Belluno, nel corso di un blitz anti-pedofilia, sequestrò, nel maggio 2005, al professor Gianpietro Ferro, 57 anni di Pedavena, per la seconda volta alla sbarra per detenzione di materiale pedo-pornografico. Ferro, quelle immagini, scaricate da internet, le deteneva in alcuni file all’interno del suo computer o stampate su carta.
Ieri, il processo è entrato nel vivo con l’audizione di un poliziotto della Postale, dopo che la Corte d’Appello di Venezia ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dall'avvocato dell’imputato col quale ricusava il giudice Antonella Coniglio per essersi già pronunciata, nel giudizio di condanna nel precedente processo di primo grado a carico di Ferro (“naufragato” poi nella prescrizione nei successivi gradi di giudizio).
Il testimone sentito ieri ha raccontato i dettagli dell’operazione del maggio 2005, nata da un'inchiesta contro la pedofilia ed il commercio di immagini a sfondo pedo-pornografico, promossa dalla procura della Repubblica di Siracusa. Quella volta nei guai finirono 186 insospettabili di 16 diverse regioni italiane. L'abitazione dell'insegnante fu perquisita all'alba e gli fu sequestrato il computer. La procura della Repubblica di Siracusa contestò ai vari indagati la detenzione di materiale pedopornografico in relazione a fatti commessi all'estero. Si torna in aula il 24 gennaio.
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