Nebbia e pioggia: è in salita il "Cammino di Santiago"

E' iniziata l'ennesima avventura di Matteo Gracis, che stavolta è partito in compagnia solo di una bici. L'impresa è quella di percorrere lo storico "Cammino di Santiago", itinerario di turismo religioso per lo più fatto a piedi, in bicicletta o a cavallo percorrendo principalmente strade di campagna per giungere a Santiago de Compostela, alla tomba dell'Apostolo San Giacomo (Santiago). 900 km in bicicletta, nell'arco di 15 giorni, senza seguire un programma dettagliato, su strade spesso al limite della semplice decenza. Arrivato col treno a St. Jean Pied de Port da Bayonne, Matteo ha montato la bici in stazione e poi via verso l'ufficio di accoglienza dei pellegrini.  «Ho dovuto fare la "credencial del peregrino", un tesserino dove verranno raccolti i timbri dei vari ostelli in cui alloggerò». Prima tappa caratterizzata da un tempo infame: pioggia leggera ma costante, nebbia così densa da sembrare fumo, salite ripide e strette, tipiche dei Pirenei. «E nemmeno le discese erano cosa facile: il fondo bagnato e la pendenza richiedevano massima attenzione». E' ormai sera quando Matteo arriva a Zubiri. «Ero sfinito», dice, «ma avevo attraversato i Pirenei in bici e quella giornata non la dimenticherò mai». Seconda tappa è Puente de Reina: giornata tranquilla, da 40 km o poco più. Lungo il tragitto c'è anche il tempo per visitare Pamplona, la prima grande città sul percorso. «Ma, arrivato a destinazione, scopro che tutti i rifugi per pellegrini sono pieni. Ci sarebbe un hotel che ha camere ancora libere, ma il prezzo è alto e i servizi scadenti. Decido di proseguire. Solo 5 km. Mi rimetto in sella e in mezz'ora arrivo a Maneru: anche qui tutto pieno. Inizio a preoccuparmi. Percorro altri 7 km, molti in salita, e arrivo a Lorca esausto. Dai 40 km previsti, alla fine nella seconda tappa ne ho fatti 56. Ma trovo da dormire». (ma.an.)