Musica: «Servono regole uniformi per i bar del centro»

BELLUNO
Un’ordinanza che fa discutere. I diktat del sindaco ai locali dell’area che va da porta Dojona a via Mezzaterra ha suscitato scalpore in città. Ma come si fa, si chiedono i più, a usare due pesi e due misure tra locali che distano tra loro appena duecento metri? Perché nei locali di piazza dei Martiri e piazza Duomo si può suonare la musica fino a notte, mentre nel cuore del centro storico i gestori sono costretti a chiudere la musica alle 23? C’è chi chiede di punire solo chi sgarra, mentre l’Ascom accusa l’amministrazione di aver saputo di questa delibera soltanto dai giornali.
L’amarezza dell’Ascom
«L’ordinanza del sindaco? Non l’ho presa benissimo, soprattutto perché non mi sembra corretto che un’associazione di categoria apprenda ciò dai giornali». Parole amare quelle di Luca Dal Poz, direttore Ascom. «Questi problemi non sono nuovi per determinate aree del centro, ma in passato il sindaco li aveva ben gestiti. Immagino che sia accaduto qualcosa di grave per far sì che Prade cambiasse idea, ma l’amministrazione avrebbe dovuto contattarci per trovare una soluzione condivisa».
Disparità tra locali
«Leggendo la delibera una cosa risulta chiara: per il sindaco esistono locali di serie A e altri di serie B. Non è possibile che in via Mezzaterra ci siano questi vincoli, mentre in piazza dei Martiri o in piazza Duomo tutto ciò sparisca». Parole amare quelle di Andrea Dal Pont, presidente della Consulta Ascom del centro storico.
Dal Pont si mette nei panni delle parti in causa: i residenti che chiedono maggiore tranquillità, e i gestori dei locali, che provano a non sprofondare in questo periodo di crisi: «Parlo da residente del centro e dico che in passato ho vissuto anch’io il problema dei locali che fanno musica. Ma al di là della barricata c’è anche chi inventa e programma una certa attività per incrementare il proprio giro d’affari. Bene, il compito di un sindaco è quello di mediare tra le parti in causa. Usare la mannaia è un errore: c’è il rischio di tornare a un centro storico dormitorio».
Ma ciò che non va giù a Dal Pont è l’utilizzo di due pesi e due misure per i locali del centro: «Ci sono bar di serie A e altri di serie B. Se il Comune vuole limitare la musica, deve farlo per tutti i locali e non solo per quelli di una determinata fascia. Questa disparità rischia di uccidere una parte dei locali a scapito di altri. Questa delibera è sbagliata: le regole devono essere uguali per tutti, da via Loreto a via Mezzaterra, passando per piazza dei Martiri e piazza Duomo».
Paghi chi sbaglia
Anche il Consorzio Centro storico dice la sua per bocca del presidente Massimo Simionato: «Una cosa è certa, nessuno può pretendere di fare ciò che vuole, creando un danno a chi abita in centro. Questo deve essere chiaro, ma è altrettanto vero che non si possono punire cinque locali per colpa di uno che ha tirato troppo la corda. Il Comune ha tutto il diritto di intervenire, ma deve farlo punendo chi non rispetta le regole. Il sindaco dovrebbe spiegarmi perché in piazza dei Martiri si può suonare fino a tarda notte, mentre in via Mezzaterra la spina va staccata alle 23. Questa è una discriminazione che rischia di mandare in rovina qualche locale».
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