Muro nella proprietà altrui condannati al risarcimento
LAMON. Costruiscono un muro di contenimento nella proprietà del vicino, in barba alle distanze previste dal piano regolatore generale del Comune di Lamon, e alla fine sono condannati, dal tribunale civile di Belluno, non solo a demolire il manufatto realizzato e a ripristinare la situazione precedente, ma anche a pagare 20 mila euro al vicino a titolo risarcitorio dei danni patrimoniali e le spese legali di 4.250 euro.
Tutto nasce nel 2003 quando Candido Malacarne e il figlio Bortolo, vicini di casa di Cornelio “Elio” Bee, chiedono al sindaco di Lamon due permessi a costruire un muro di cinta in località Pian del Vescovo a confine con la proprietà di Bee. Nel 2004 il Comune rilascia l’autorizzazione a costruire il manufatto che dovrebbe condurre a un garage interrato tramite una strada di accesso. Nel 2007 i Malacarne si dichiarano proprietari di tutta l’opera e chiedono di procedere in sanatoria in difformità edilizia. Nel 2008 il Comune rilascia il permesso a costruire in sanatoria. Ma poi nel 2011, lo stesso Comune trasmette alle autorità competenti il verbale di accertamento della violazione dell’opera eseguita. Si scopre, così, che la nuova recinzione è nella proprietà del Bee. Da qui nasce la causa conclusasi con la condanna dei Malacarne.
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