Muore in casa a 24 anni forse è stata un’overdose

FELTRE. L’hanno trovato i suoi amici, a letto, già morto. Non rispondeva al telefono, avevano un appuntamento e quel silenzio prolungato stava diventando sospetto. Così un paio di loro giovedì sera, intorno alle otto, sono andati a cercarlo a casa: hanno scavalcato un muretto e aperto una porta sul retro. G.C., 24 anni, non respirava più. L’ha ucciso con ogni probabilità un’overdose, anche se bisognerà attendere l’autopsia per chiarire le cause della sua morte. I carabinieri per ora escludono che il ragazzo abbia subìto violenza.
L’ha ucciso un malore, probabilmente causato dalla droga. Nella sua abitazione di via Marescalchi, presa in affitto qualche mese fa, sono state trovate tracce di diverse sostanze stupefacenti. Piccole quantità per uso personale sulle quali, per il momento, i militari di Feltre che indagano sulla vicenda mantengono il riserbo che è dovuto in questi casi. C’è un’inchiesta aperta dalla procura di Belluno che ha disposto il sequestro della salma, trasferita all’ospedale di Belluno, e ordinato l’esame autoptico per chiarire le cause del decesso. Tutti gli elementi, però, al momento fanno pensare all’overdose: una sostanza tagliata male o un mix troppo forte che il fisico del ragazzo non ha retto.
La notizia ieri ha fatto rapidamente il giro della città. L’intervento dei carabinieri e dell’ambulanza, giovedì sera, in una strada così centrale non è passato inosservato. E un ragazzo di 24 anni che muore da solo, in casa, riaccende le luci su un fenomeno che si consuma al riparo dagli sguardi ma non per questo è superato.
La storia di G.C., in questo senso, è emblematica. Assuntore fin dall’adolescenza, seguito dal servizio tossicodipendenze dell’Usl, ha continuato a far uso di stupefacenti. E nel 2009 è finito nella rete dell’inchiesta T9 che aveva portato all’arresto di tre ragazzi appena maggiorenni più un quarto minorenne e all’identificazione di una ventina di adolescenti, tutti under 18, che spendevano la loro paghetta settimanale per acquistare eroina, hashish e metadone, venti euro a dose. Droga che a Feltre arrivava da Padova, grazie ad un servizio di corrieri efficiente e collaudato (e gestito via sms, da qui il nome T9), per poi essere smerciata prevalentemente al parco di Pedavena e nelle frazioni di Foen e Villabruna, ma anche altrove e nelle scuole, in un modo che la procura aveva definito “disinibito”, tanto era sfacciata e larga la diffusione. Superata quell’inchiesta, per effetto della mancanza di precedenti, G.C. non si è comunque liberato dalla dipendenza, fino a pagarne il conto più salato, a soli 24 anni.
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