Multa pesante al malgaro per la morte dei maiali

Tre suini non ce l’hanno fatta, 4 trovati denutriti in una malga sopra Falcade Il tribunale l’ha condannato a 9 mila euro, l’accusa aveva chiesto quattro mesi
Di Gigi Sosso

FALCADE. Tre maiali morti di fame e freddo; quattro abbandonati a malga “I Lach” e messi in salvo successivamente, pur in condizioni difficili. Il malgaro falcadino Alessio Tabiadon è stato condannato dal giudice Berletti a pagare una multa di 9 mila euro per abbandono e maltrattamento di animali. Nella sua appassionata requisitoria, il pubblico ministero Gulli aveva puntato su quattro mesi di arresto, contestando all’imputato la condotta dolosa nei confronti delle bestie.

Mentre l’arringa del difensore Piero Tandura si era conclusa con la richiesta di assoluzione perché il fatto non sussiste o perché non costituisce reato. Secondo lui, la condotta era colposa e non è mancata una questione tecnica da risolvere. Al massimo, ci poteva stare una sanzione pecuniaria. Quella è arrivata, per di più senza la sospensione condizionale della pena. Quindi dovrà essere pagata, a parte il fatto che potrebbe essere presentato appello, non appena il giudice diffonderà le motivazioni. Intanto, nell’udienza di ieri doveva essere ascoltato soltanto il veterinario che in un primo momento non era stato citato dalla procura della Repubblica, ma il cui ruolo era stato sicuramente importante.

Il 12 dicembre 2012 c’erano voluti i trattori con le slitte, per avvicinarsi ai 1815 metri della malga e proseguire a piedi per l’ultimo tratto. C’era tanta neve e questo aveva rallentato il loro cammino. Quando il vigile urbano e il veterinario arrivarono, Tabiadon era sul posto, dopo aver parcheggiato la moto a quattro ruote con le catene. Più tardi darà anche una mano a rimuovere gli animali. Ne furono ritrovati tre morti, uno sopra l’altro. Erano dimagriti, oltre che normalmente sporchi, segno che non avevano mangiato per un certo periodo di tempo.

Poco distante, due maiali ancora vivi, ma a loro volta in condizioni difficili, senza cibo e acqua. Non sarebbero sopravvissuti ancora a lungo, fra l’altro circondati com’erano da letame congelato. In un altro porcile, i due esemplari vietnamiti, anche questi in evidente difficoltà. Le carcasse furono sepolte in una zona adeguata individuata dal Comune di Falcade, mentre i superstiti vennero trasportati a valle, fino alla stalla di Tabiadon e finalmente rifocillati. La loro vita è stata sensibilmente allungata, prima della fine inesorabile. Due suini erano di razza vietnamita e caratterizzati dalle orecchie verticali e dalla coda dritta.

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