Metalba: «Salari più bassi per colpa dei sindacati»

LONGARONE. «Rivendicazioni strane e pretestuose», che mettono a rischio i lavoratori dello stabilimento di Bassano, che soffrono già di riduzioni di orario. Così replica la Metalba Aluminium spa ai proclami sindacali, seguiti alla rottura delle trattative. Il nuovo gruppo sostiene di essersi «impegnato dal 2014 ad oggi a salvaguardare i livelli occupazionali di quasi 200 lavoratori tra Bassano e Longarone, nonostante le difficili condizioni di mercato, intraprendendo un arduo percorso di rilancio. Lo strumento del concordato preventivo che ha consentito di evitare il fallimento della vecchia Metalba con perdita dei posti di lavoro, si è concluso nel maggio scorso. La nuova azienda si è fatta carico di pagare ai lavoratori mensilità che la vecchia Metalba non aveva pagato, senza averne l’obbligo», si scrive in una nota. Ma, sostiene l’azienda, non si parla di “lieto fine”, piuttosto «si ritorna al linguaggio della politica sindacale degli anni ’70 con l’azienda “dispotica” e i lavoratori vessati e sfruttati. Uno scenario che a qualche vecchio metalmeccanico farà ricordare con nostalgia la gioventù negli anni ’70, ma che non contribuisce alla risoluzione dei problemi».
Azionisti che sostengono di voler «sviluppare e portare alla ribalta europea la nostra tecnologia e qualità. Abbiamo l’unità di Bassano con circa 130 dipendenti tuttora in Cig straordinaria a rotazione, con cui si discute pacatamente e si trovano soluzioni col contributo di tutte le organizzazioni sindacali presenti; nell’unità di Longarone, che fornisce la materia prima per Bassano con 40 dipendenti, non c’è cassa integrazione, ma qui nascono le rivendicazioni più strane e pretestuose, che mettono a rischio anche il lavoro dei colleghi che già soffrono delle riduzioni di orario dovuto a un mercato europeo che si sta contraendo. Nello specifico, oggi l'azienda continua ad applicare vecchi accordi particolarmente onerosi, riconoscendo ai lavoratori di Longarone percentuali di maggiorazione per il lavoro a turni ben superiori a quelle previste dal contratto nazionale. Ora questo sembra non bastare più ed è stato infatti chiesto un ulteriore aumento delle maggiorazioni, minacciando in alternativa il blocco dell'attività».
Evitando il fallimento della vecchia Metalba, i nuovi azionisti sostengono di esersi fatti carico anche di «costi impropri» della precedente gestione, «ma oggi non ci si può chiedere di aumentare ulteriormente questi costi. In ogni caso, per evitare il muro contro muro e il blocco dell'attività, la società ha proposto al sindacato diverse offerte articolate che avrebbero portato in concreto un guadagno in tasca dei lavoratori, ma tutte le proposte sono state respinte. Conclusione: a causa della scelta fatta dal sindacato, i dipendenti lavoreranno con turni leggermente diversi, ma subiranno una perdita significativa delle loro buste paga, considerato che non percepiranno più le maggiorazioni a suo tempo concesse. Questo determinerà probabilmente nuovi conflitti che ci preoccupano, perchè a subirne le conseguenze potrebbero esserci anche i 130 incolpevoli dipendenti di Bassano».
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