Messa di Pasqua con l’autocertificazione: ecco il decalogo del vescovo

Oggi, 30 marzo, assoluzione per i fedeli in Duomo, Venerdì Santo niente processione, sabato la veglia a partire dalle 20 
BARON - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - ORDINAZIONE DI MONSIGNOR RENATO MARANGONI
BARON - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - ORDINAZIONE DI MONSIGNOR RENATO MARANGONI

BELLUNO. A messa e alle liturgie della settimana santa con l’autocertificazione. Lo raccomanda la diocesi di Belluno-Feltre.

È iniziata, con la celebrazione delle palme, la settimana santa che oggi, 30 marzo, vivrà un momento del tutto particolare. In via straordinaria, infatti, i fedeli presenti in duomo potranno ricevere l’assoluzione dallo stesso vescovo, mons. Renato Marangoni, se in cuor loro si pentiranno dei peccati commessi. Non occorrerà, insomma, avvicinare un prete di fronte al quale confessarsi.

È la terza volta che il vescovo presiederà un rito tanto straordinario. Marangoni ha concesso alle comunità parrocchiali di fare altrettanto, considerata l’emergenza pandemica e le misure da adottare. L’assoluzione impartita dal vescovo non varrà per quanti assisteranno alla liturgia – in programma alle 17 – in diretta da Telebelluno e dal canale facebook de “L’amico del popolo”.

«Il motivo della diretta», spiega il vescovo, «è per offrire la possibilità di un momento accompagnato per le persone che non possono partecipare in presenza nella propria parrocchia, così che possano vivere un momento celebrativo con la possibilità della “contrizione” dei peccati e la richiesta personale del perdono».

Questa settimana, come fa sapere la Diocesi di Belluno Feltre, le chiese restano aperte, anche se in zona rossa, secondo il consueto orario e con il rispetto delle normative di sicurezza sanitaria da tempo in vigore. È possibile accedere alla chiesa più vicina alla propria abitazione, esibendo (o compilando) a richiesta l’autocertificazione, contrassegnata «per situazione di necessità».

È possibile partecipare a una celebrazione, giustificando lo spostamento dalla propria abitazione “per situazione di necessità”, pronti a esibire (o compilare al momento) l’apposita autocertificazione. Per partecipare alle celebrazioni si dovranno osservare i consueti obblighi: non accedere alla chiesa in presenza di sintomi sospetti, evitare assembramenti in chiesa e sul sagrato, tenere le distanze di sicurezza, indossare correttamente la mascherina, usare il liquido igienizzante, ricevere la comunione solo sul palmo della mano. Va garantita l’igienizzazione degli ambienti. Le offerte dovranno essere raccolte in appositi cestini o con ceste munite di bastoni.

Rispetteranno le norme – raccomanda la diocesi – anche i coristi, indossando tutti la mascherina e limitando il numero dei cantori al minimo indispensabile. Pare decisiva la presenza di un servizio di accoglienza. I preti, diaconi, sacrestani, organisti, i volontari, che abbiano la necessità di intervenire a una funzione religiosa, possono giustificare lo spostamento per “comprovate esigenze lavorative”.

La settimana proseguirà giovedi primo aprile alle 18.30, in cattedrale con la celebrazione “nella cena del Signore”. Rinviata, dunque, la messa crismale del mattino, che solitamente raduna tutti i preti della diocesi. «Rimandiamo a data da destinarsi, lungo il tempo di Pasqua, tale celebrazione. Visto il momento delicato che viviamo, ci diamo dunque un appuntamento online giovedì santo, a partire dalle 11», scrive il vescovo ai sacerdoti, «per aiutarci a riconoscere l’azione di bene e di grazia che il Signore va attuando anche tramite il nostro ministero di presbiteri e diaconi».

Venerdì Santo, sono vietate dalle normative tutte le forme esterne alla chiesa e che prevedano momenti processionali. Alle 8 in Cattedrale, l’ufficio delle letture e lodi mattutine; alle 18, sempre in duomo, l’azione liturgica “nella passione del Signore”. Sabato Santo, la veglia pasquale «potrà essere celebrata in tutte le sue parti come previsto dal rito, in orario compatibile con l’eventuale coprifuoco», quindi con inizio non oltre le ore 20.

Il vescovo raccomanda che all’inizio, per il lucernario, «la maggior parte dei fedeli rimanga nella chiesa» e comunque si evitino assembramenti; che il «celebrante indossi la mascherina nel momento dell’aspersione e non si lasci in chiesa l’acqua benedetta al termine della celebrazione». In ogni caso, in cattedrale alle 8 l’ufficio delle letture e le lodi mattutine, alle 20, ancora in duomo, la veglia pasquale “nella risurrezione del Signore”.

Domenica di Pasqua il vescovo celebrerà alle 10.30, in concattedrale. Nel pomeriggio sarà in cattedrale a Belluno, alle 18 per i vespri solenni e alle 18.30 per la messa. —




 

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