Meno pazienti alla Rsa di Pullir a rischio i posti di lavoro

CESIOMAGGIORE. C'è preoccupazione per i posti di lavoro fra i dipendenti della cooperativa uscente Kcs che gestisce per conto dell'Usl 2, le strutture ex psichiatriche di Pullir. Nel nuovo capitolato d'appalto si tiene conto della trasformazione strutturale, fra chiusure e nuove attivazioni come le comunità estensive residenziali e semiresidenziali per pazienti sotto i 65 anni di età. Ma si tiene soprattutto conto del calo fisiologico per decesso degli ospiti già manicomiali, calo che modifica profondamente lo standard fra numero di pazienti e numero di operatori. Così, secondo un'analisi fondata sui numeri, a cura dei sindacati e delle associazioni di categoria che si occupano di cooperative sociali, nel caso specifico di Pullir si prospetta una decina di potenziali esuberi.
E il sindacato confederale di Cisl, Cgil e Uil cerca le strategie con il committente Usl e con la Kcs (che forse sarà prorogata fino a marzo 2016) per rendere il passaggio il meno impattante possibile. E prospetta, laddove ci siano le condizioni, il beneficio degli ammortizzatori per accompagnare il lavoratore più vicino al traguardo della pensione. Oppure, eventuali ricollocazioni nelle case di riposo dove alcuni ospiti saranno trasferiti. La cooperativa che si aggiudicherà l’appalto per i prossimi tre anni, dovrà confrontarsi infatti con la riconversione delle attuali Rsa (residenze sanitarie assistenziali) in comunità alloggio aperte sul territorio, per effetto del calo fisiologico dei cosiddetti vecchi cronici. Il numero di ospiti provenienti dal complesso di borgo Ruga, da tutti conosciuto come manicomio, è arrivato a 180, ma negli ultimi vent’anni si è ridotto a 86 unità.
Di queste persone, 22 saranno trasferite in massima parte nelle case di riposo del territorio, ha già detto il direttore dei servizi sociali e funzione territoriale Mario Modolo. «Il problema della perdita occupazionale è concreto», ammettono i tre segretari funzione pubblica di Cisl (Fabio Zuglian), Cgil (Danilo Collodel) e Uil (Gino Comacchio). «Si era posto anche nella precedente tornata quattro anni fa, ma grazie alla mediazione con Kcs e con la direzione Usl, si erano superate le soglie e si era scongiurata la perdita di posti di lavoro», dice Fabio Zuglian. «Adesso l'organico va rivalutato in base alle trasformazioni della nuova psichiatria con alcune strutture che vanno ad esaurimento per effetto del calo fisiologico degli ospiti. Con l'Usl e con il direttore Modolo abbiamo posto alcune premesse, come quella della possibile ricollocazione dei lavoratori, forti di un'esperienza pluriennale e di una formazione consolidata nell'ambito della malattia mentale, nelle case di riposo dove saranno accolti parecchi ospiti».
«Il nuovo capitolato è costruito sui numeri e sul gioco al risparmio duro senza tenere conto dell'utenza delicata che rischia di rimanere ancora più marginalizzata», dice Danilo Collodel, Cgil Fp. «Ci sono di mezzo i posti di lavoro, un problema che andrà affrontato anche perché i capitolati partono in un modo e non si sa dove arrivino. Ma c'è anche di mezzo la qualità della vita degli ospiti».
Ed è proprio su questo aspetto che si incentra la valutazione di Gino Comacchio (Uil Fp): «Per ovviare al processo ineludibile degli esuberi dettati dai numeri, è necessario fare squadra. Anche perché se è vero che gli ospiti vanno ad esaurimento, non è che scompaia la malattia mentale. Ci sono i giovani cronici che necessitano di programmi individualizzati nelle nuove strutture pensate a loro. Quindi ci dobbiamo mettere tutti attorno a un tavolo per mantenere i livelli occupazionali, ma anche per riprogettare servizi a favore di un'utenza che cambia e rispetto alla quale servono più risorse umane, non meno».
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