Mattea: «Zaia venga fino a Danta»

Appello dei sindaci al governatore. «Dopo tante parole, vorremmo i fatti»
ivano matteo sindaco danta di cadore
ivano matteo sindaco danta di cadore

BELLUNO. L’inferno di Danta. Lassù in cima alla provincia si sentono come dannati, dopo che quel tornante della Provinciale 6 è finito di sotto. Come svenuto. Il sindaco Ivano Mattea è talmente preoccupato da mandare un telegramma al governatore Luca Zaia. Non gli basta la telefonata che l’assessore regionale Maria Luisa Coppola avrebbe fatto alla prima cittadina di Santo Stefano, Alessandra Buzzo per conto del capo: «Lancio di nuovo un appello a Zaia, affiché rispetti gli impegni che aveva preso a suo tempo», sottolinea, lungo il portico di palazzo dei Rettori, «non avrete un assessore delle vostre parti, ma mi occuperò personalmente delle questioni, che riguardano la manutenzione del territorio di montagna. Quello che è successo ha dello straordinario: consideravo la strada provinciale che porta e porterà al mio paese una delle più solide, oltre che sicure e mai avrei pensato che sarebbe crollata in quella maniera».

Non che a Comelico Superiore campino da signori, nel loro bagnato isolamento. Marco Staunovo sembra una persona tranquillissima, ma anche lui sta per perdere la pazienza, come ogni montanaro, che ha la sensazione di essere abbandonato. Parla poco e vorrebbe che chi gli sta di fronte facesse lo stesso: «Aspetto i fatti, dopo aver sentito le parole. Il problema andrebbe risolto alla radice, senza mezze misure che possono essere soltanto dei tentativi tampone. Non è possibile che, a ogni pioggia un po’ più insistente, il Comelico si ritrovi in una situazione di emergenza».

In prima linea anche Alessandra Buzzo di Santo Stefano di Cadore: «L’aspetto positivo è che a questa riunione in Prefettura c’erano tutti e così tutti hanno avuto modo di rendersi conto di una situazione molto grave. Un’emergenza pesante, che stiamo cercando di fronteggiare con tutte le nostre forze. Il guaio è che si prospettano tempi lunghi, considerato anche il fatto che non smette proprio di piovere. Meno male che abbiamo riaperto la bretella di Bus de Val, che peraltro va adeguata, perché rimane pericolosa e l’abbiamo appena sperimentato». (g.s.)

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