Marmolada: Fedaia-Punta Rocca da collegare

Il Comune di Canazei ha pronti nel cassetto due impianti per il futuro
La cabinovia del Fedaia Il futuro immediato dell’impianto è nelle mani della Provincia di Trento
La cabinovia del Fedaia Il futuro immediato dell’impianto è nelle mani della Provincia di Trento
ROCCA PIETORE.
Il futuro della cabinovia del Fedaia è in mano alla Provincia di Trento. Intanto nei cassetti del Comune di Canazei c'è un progetto di due impianti per collegare il Passo Fedaia e Punta Rocca. Nei giorni scorsi anche il tg ladino Trail, trasmesso dalla sede Rai di Bolzano e visibile nei tre comuni ladini di Livinallongo, Cortina e Colle, si è occupato della ventilata chiusura della cestovia Fedaia - Pian dei Fiacconi.  L'impianto è ormai prossimo alla scadenza della vita tecnica prevista dalla normativa per gli impianti a fune.  La Provincia di Trento ha concesso una proroga fino al 2011, dopodiché, se non si provvederà ai necessari adeguamenti o alla sua sostituzione, dovrà essere chiuso. L'impianto è di proprietà della società Funivie Fedaia Marmolada s.r.l. che fa capo alla ditta Graffer di Gardolo (Tn), storica costruttrice di impianti a fune.  La ditta di recente è stata messa in liquidazione, ponendo così seri dubbi sul futuro dell'impianto del Fedaia.  Nel servizio televisivo il sindaco di Canazei, Mariano Cloch, ha accennato ad un progetto che era stato elaborato da una commissione istituita "ad hoc" per programmare lo sviluppo turistico della Marmolada, nel quale è prevista la costruzione di due impianti che metterebbero in collegamento il Passo Fedaia con Punta Rocca.  Il primo dovrebbe sorgere praticamente sulla stessa linea dell'attuale cestovia fino a Pian dei Fiacconi.  Da lì, con un altro impianto, si potrebbe fare un balzo fino a Punta Rocca, punto di arrivo anche del terzo troncone di funivie che salgono da Malga Ciapela.  Un progetto ambizioso, che andrebbe a realizzare così, il collegamento sciistico tra il versante trentino con quello bellunese del ghiacciaio.  Un'ipotesi sulla quale però lo stesso sindaco fassano, non nasconde i problemi in tema di impatto ambientale.  Il progetto è stato spedito più di un anno fa a Trento, ma dalla giunta provinciale, in questi mesi, non è arrivata ancora nessuna risposta. Tutto appare fermo intorno alla Regina delle Dolomiti, stagnante come le acque dell'invaso ai suoi piedi.  Anche le roboanti promesse di sviluppo e cooperazione, controfirmate da Provincia di Trento e Regione Veneto dopo la definizione dei confini nel famoso "Patto per la Marmolada", sono rimaste solo sulla carta.  Qualcuno aveva ipotizzato, e sperato, nell'intervento della Sitc, il colosso societario di Canazei, proprietario degli impianti di risalita di mezza Val di Fassa.  Ma al momento pare che l'azienda abbia ben altre priorità, come il nuovo impianto tra Alba e Col dei Rossi (sul Pordoi) e la realizzazione della nuova piscina di Canazei.  Intanto sulla gestione dell'impianto in questi ultimi anni sono arrivate molte proteste da parte degli escursionisti.  L'apertura mattutina è stata infatti più volte posticipata, creando malumori e disservizi.

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi