L’uomo che fece piangere Miotto
AGORDO. E Piussi disse: “Grandioso”. Le salite di Marco Anghileri (nipote e figlio d'arte: il papà Aldo fu uno dei fondatori del Gruppo Gamma di Lecco) resteranno negli annali delle imprese dolomitiche. Nel 1992, a 20 anni, la prima grande invernale con Mazzoleni sulla Maffei-Leoni della cima Su Alto in Civetta, quindi una serie di solitarie invernali: il diedro Aste alla Punta Civetta, Olimpo in Marmolada, Pale di San Lucano e Busazza. Martedì 18 gennaio, dopo 5 giorni di parete e 4 bivacchi, firmò la prima invernale in solitaria alla “parete delle pareti”, la Solleder in Civetta, ripetendo un'ascensione che nel marzo 1963 vide protagonisti Piussi, Redaelli, Hiebeler, Sorgato, Menegus, Bonafede. Il 1° agosto dello stesso anno realizzò in 14 ore il concatenamento di tre famose e difficili vie di roccia: la Vinatzer-Castiglioni con uscita per la variante Messner sulla sud della Marmolada; la Solleder-Lettenbauer in Civetta e lo spigolo Gilberti-Soravito sulla Nord dell'Agnèr. Dal 13 al 16 marzo 2012 altra storica prima invernale in solitaria, alla “Via dei Bellunesi” sul pilastro sud-ovest dello Spiz di Lagunaz sulle Pale di San Lucano. Se con la Solleder rubò un “grandioso” dalla bocca di Piussi, con la seconda fece commuovere Franco Miotto (“avrei voluto abbracciarlo”, disse) che nel 1979, con Riccardo Bee e Stefano Gava, la aprì per primo. Nel 2000 fu “Pelmo d'Oro” per l'alpinismo in attività nell'edizione di Zoppè. Gli agordini ricordano i suoi filmati “Dentro la via” e “Momenti verticali” nei quali aveva cercato di trasmettere alla gente le sue emozioni in parete. Quel “piacere, quello star bene, quella libertà” che aveva provato esattamente due anni fa in cima alla “Via dei Bellunesi”. (g.san.)
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